
Una dottrina Monroe cinese? È plausibile
La dottrina Monroe fu presentata nel suo messaggio al Congresso del 2 dicembre 1823: essa esplicava, lanciando un monito alle potenze d’oltremare, che le Americhe dovevano essere libere da future colonizzazioni europee, così come dovevano essere e libere dall’interferenza europea negli affari delle nazioni sovrane. Ad oggi, stiamo assistendo ad un atteggiamento molto simile da parte di Pechino, la quale non intende più alcune ingerenza straniera in quell’area (mar meridionale cinese) che ritiene di propria ed esclusiva competenza.
Per dare credito a questa teoria basta analizzare quanto accaduto di recente. Piloti australiani e canadesi hanno affermato che jet cinesi hanno li hanno provocato ripetutamente durante lo svolgimento di compiti militare di routine; Pechino ha risposto confermando quanto accaduto, aggiungendo che gli aerei cinesi stavano solamente difendendo la propria sicurezza. Ad oggi, viste le continue tensioni e la guerra russo – ucraina, un incidente sulle acque del Pacifico potrebbe avere ripercussioni minacciose.
Quanto accaduto negli scorsi giorni è stato reso pubblico solamente di recente; jet cinesi, secondo quanto riportato dal Ministero della difesa canadese, avrebbero ripetutamente girato attorno ad un aereo canadese che monitorava le attività della Corea del Nord; secondo quanto riportato dai piloti canadesi, i velivoli cinesi sarebbero stati così vicini che i piloti si sarebbero addirittura visti reciprocamente, rischiando così più volte di entrare in collisione.
Contemporaneamente a questo evento, centinaia di miglia più a sud, un aereo da combattimento cinese avrebbe spruzzato della pula metallica sul percorso di un mezzo di sorveglianza australiano, una manovra che è stata definita “molto pericolosa”. Per i funzionari cinesi, che non hanno smentito le accuse, le loro azioni altro non sono state che risposte ragionevoli a pattugliamenti militari stranieri che minacciavano la sicurezza della Cina, anzi – secondo un portavoce dell’aeronautica cinese – gli aerei militari cinesi tengono regolarmente esercitazioni vicino a Taiwan.
Le azioni cinesi nell’area altro non sono che una dimostrazione, forse neppure tanto retorica, che le crescenti tensioni con gli Stati Uniti non solo iniziano ad avere delle ripercussioni da un punto di vista diplomatico/relazionale ma potrebbero che potrebbero avere dei riflessi anche in ambito militare.
Negli ultimi anni, la Cina è stata sempre più assertiva nella regione, dalla costruzione di infrastrutture militari nel conteso del Mar Cinese Meridionale all’invio di navi e aerei vicino nelle isole e atolli rivendicate dai vicini a Pechino.
Il mese scorso, il segretario di Stato Antony J. Blinken ha definito la Cina il più grande sfidante all’ordine internazionale e ha affermato che gli Stati Uniti lavoreranno con gli alleati per frenare le sue azioni aggressive. Funzionari cinese hanno denunciato tali affermazioni come tentativi di contrastare la legittima ascesa della Cina, dicendo che non sarebbe stata vittima del bullismo di Washington. Che il clima sia teso da tempo non è una novità, del resto quando lo scorso maggio il presidente Biden ha visitato la regione, Cina e Russia hanno inviato bombardieri sui mari del nord-est asiatico nella loro prima esercitazione coordinata dall’inizio della guerra russo-ucraina.
L’attacco russo all’Ucraina ha accresciuto le preoccupazioni che la Cina possa tentare allo stesso modo di prendere Taiwan, trascinando potenzialmente gli Stati Uniti in un conflitto diretto sull’isola, che il presidente Biden, a differenza da quanto accaduto con l’Ucraina, ha promesso di difendere.
Un incidente aereo potrebbe portare ad una guerra USA- Cina?
L’ipotesi non è da escludersi, l’ultima volta che un evento simile è accaduto si è arrivati vicino ad uno scontro. Era il 2001 e un caccia cinese si è scontrato con un aereo di sorveglianza della Marina degli Stati Uniti nel Mar Cinese Meridionale, il pilota cinese è stato ucciso e quello statunitense EP-3E Aries II è stato costretto a effettuare un atterraggio di emergenza sull’isola di Hainan . Il governo cinese ha tenuto l’equipaggio americano per 11 giorni, consentendo il loro rilascio solo dopo ampi negoziati e il rilascio di una lettera di scuse in cui si diceva che gli Stati Uniti erano “molto dispiaciuti” per la morte del pilota.
L’incidente è diventato un punto di rottura per Pechino, tanti che al pilota, Wang Wei, è stato assegnato postumo il titolo di “Guardiano dello spazio aereo e delle acque territoriali” e la data della sua morte, il 1 aprile, è ancora commemorata.
Global Times, giornale del Partito Comunista, ha intervistato un dipendente del cimitero dove è sepolto il signor Wang, il quale ha detto che la sua tomba era spesso ricoperta di fiori e modellini di aeromodelli lasciati dalle persone in lutto. Ha descritto di aver letto la lettera di un visitatore che affermava di essersi arruolato nella marina cinese a causa del signor Wang. “Vuole proteggere il paese come Wang Wei”, ha detto il lavoratore, Shen Lu. “Penso che sia perché lo spirito dei nostri eroi ha influenzato la nostra prossima generazione”.
Perchè è importante conoscere questo avvenimento?
Un modello di volo “conflittuale”, volto allo scontro accidentale è ritenuto per i nuovi piloti cinesi una strategia da emulare, nel tentativo di creare un incidente.
Così nell’affrontare aerei provenienti da Australia e Canada, la Cina sta sfidando due stretti alleati americani. Entrambi hanno difficili relazioni con Pechino, ed entrambi sono tra i paesi che la Casa Bianca spera si uniscano a uno sforzo coordinato per limitare la Cina nella regione del Pacifico.
Pechino sembra intenzionata a sfidare quei legami, spingendo gli alleati di Washington a considerare quanto da vicino intendono seguirne l’esempio.