
Un anno di carcere se non condividi le idee LGBT
In democrazia dovremmo essere tutti uguali, non dovrebbero esserci -passatemi il termine- categorie più uguali delle altre. Ma che in Italia almeno dal 2011 non esiste più una democrazia politica rappresentativa, credo sia una fatto quanto mai assodato.
L’ultima sparata del governicchio giallo-rosso che sta in piedi per caso (elencatemi in quasi 1 anno di governo quali riforme storiche hanno fatto insieme), è la legge contro chi critica il gender. Praticamente si rischia 1 anno di carcere se si è transfobici, non si rischia nulla invece se si continua ad insultare l’uomo bianco, biondo, con gli occhi azzurri e che vuole fare solamente il padre di famiglia.
Ovviamente nascono dei quesiti che sono più che normali: sarà ancora legittimo affermare che un bambino ha bisogno di un padre e di una madre? Per i pochi che hanno potuto leggere il DDL Zan-Scalfarotto, sembrerebbe che si possa rischiare di essere denunciati anche per questa semplice affermazione. Ma il problema nasce a questo punto.
Certe espressioni possono essere figlie di pensieri basati su culture diverse, esperienze personali diverse e quindi anche su valori fondanti di un diverso credo religioso. Come si agirà in quei casi? Ad esempio come si agisce nel caso in cui un islamico esprime un opinione non in linea con la nuova politica pro gender ma basata sul proprio credo? Rendiamo illegale il credo religioso o condanniamo l’individuo in quanto ha espresso un pensiero discriminatorio?
Se si seguisse la prima strada allora la sua religione sarebbe una religione discriminatoria, così facendo però si rischia di aumentare il sentimento transfobico e non di mitigarlo.
Ma cosa prevede il DDL Zan- Scalfarotto?
Nel dettaglio riportiamo quanto ha detto il professore e avvocato Simone Budelli intervistato da Il Giornale:
Se vorrò criticare – anche in privato – lo stile di vita gender rischierò la galera, in violazione dell’art. 21 della Costituzione che ricordo è la pietra angolare della nostra democrazia. Se mi opporrò ad una educazione che non condivido per mio figlio, rischierò addirittura di perdere la potestà genitoriale. In parole più semplici, in base al nuovo art. 604 bis cod. pen., si potrebbe ipotizzare che una madre possa essere condannata qualora suggerisse alla figlia di non sposare un bisessuale; oppure potrebbe essere condannato un padre che decidesse di non mandare il proprio a lezione di educazione sessuale trans-gender.