Stavolta sto con Di Maio

È facile fare del becero giornalismo dove si attacca qualcuno solo perchè non ci piace il suo partito politico o il movimento che rappresenta. In Italia siamo abituati a questo tipo di giornalismo spazzatura, dove chiunque si sente in diritto e in dovere di criticare l’operato di qualcun altro, solo perchè veste colori politici differenti.

Sono sempre stato tra i più critici nei confronti di Di Maio, credo che questo non sia un segreto per nessuno, ma stavolta mi tocca ammettere quanto sia stato professionale durante il corso della trasmissione “Fuori dal coro”. Anche se un appunto tocca farlo al Ministro degli Esteri, il quale ha categoricamente negato il pagamento del riscatto. Dobbiamo dare retta a lui o ai simpatici e gentili terroristi di Al-Shabaab? Loro confermato di aver ricevuto la somma il Ministro nega.

Perché la parola di un terrorista che viene intervistato vale più di quella dello Stato italiano?

Di Maio ha parlato dei dettagli della vicenda Silvia – Aisha – Romano, spiegando che il lavoro che ha portato alla liberazione è durato mesi, con contatti costanti e molti silenzi. Silenzi dettati dalla volontà e dalla coscienza di dover tutelare la vita di una cittadina italiana, che al contrario di quanto si possa propagandare, era pericolosamente in bilico sopra al precipizio del non ritorno

Io a dicembre ho sentito il padre di Silvia, sapevo che lei era viva e non potevo dirglielo. In questi casi se si danno informazioni, se c’è una fuga di notizie poi si rischia di compromettere tutto 

Durante l’intervista si trova il tempo anche per rifilare un colpo a Conte, con il quale credo si sia persa ormai da tempo ogni sintonia. Questo lo evince facilmente quando risponde alla domanda del perchè, l’intero stato maggiore del governo fosse all’aeroporto

Ho visto questo dibattito: noi eravamo lì, io ero lì perché in questo anno e mezzo di prigionia di Silvia Romano l’Unità di crisi della Farnesina ed io stesso abbiamo sentito la sua famiglia veramente ogni giorno ed eravamo lì ad assistere la famiglia. Lo Stato era lì ad accogliere una cittadina italiana liberata dopo un anno e mezzo nelle mani di una cellula terroristica». «Io rispetto tutte le discussioni però – sottolinea il titolare della Farnesina – siamo un Paese che si dà pure la zappa sui piedi, io sono orgoglioso del fatto che la nostra intelligence, le nostre forze speciali, il nostro corpo diplomatico, l’unità di crisi hanno fatto squadra e ce l’hanno fatta

 

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