
A Padova vai al parco se un immigrato te lo permette – parola di assessore
L’assessore del comune di Padova Chiara Gallani, con deleghe alle politiche del lavoro e dell’occupazione, ambiente, verde, parchi e agricoltura ha ben pensato di utilizzare i richiedenti asilo – quindi individui che ancora hanno uno status irregolare in Italia – per controllare i cittadini italiani che si recano nei parchi pubblici.
Il loro compito sarebbe quello di vigilare affinchè vengano rispettate tutte le norme previste dai DPCM, come ad esempio quello del distanziamento sociale. La proposta già assurda nella sua formulazione, desta non poche polemiche anche da un punto di vista etico sociale.
Innanzitutto bisogna ricordare che il comune per vigilare sul territorio già dispone di autorità chiamate vigili urbani o ausiliari, non ha bisogno di creare nuovi vigilantes. Ma se volessimo soprassedere su questo punto, non potemmo mai soprassedere sul fatto che degli irregolari, qualsiasi sia la loro provenienza (potrebbero essere anche australiani belli, biondi e dagli occhi azzurri), non possono vigilare su dei cittadini che vivono regolarmente sul proprio territorio.
Con questa proposta la giunta di Padova a guida PD, non dimostra solo di vivere in un mondo arcobaleno del tutto fantasioso, ma dimostra anche di essere priva di ogni bussola morale. La strada che si vuole intraprendere potrebbe costituire un pericoloso precedente, quello della discrezionalità. Eleggere a controllori persone che hanno uno status irregolare sul territorio italiano a vigilanza di individui che sono regolari porta ad una discrezionalità di azione, tipico del fascismo di sinistra che si racchiude in questa semplice frase: “Tu puoi perchè lo dico io”, in barba all’etica e alla morale.