
Putin e la nuova costituzione: al centro i valori della famiglia
La Federazione russa, unita da una storia millenaria, preservando la memoria degli antenati che ci hanno trasmesso ideali e fede in Dio, così come la continuità nello sviluppo dello stato russo, riconosce l’unità statale stabilita storicamente
Questa è una delle modifiche che Putin vuole aggiungere alla nuova Costituzione Russa di cui si parla tanto in questi mesi. Devo dire che il dibattito è acceso più all’estero che all’interno della Federazione, ma del resto è risaputo come agli “occidentali globalizzati sinistrosi” diano fastidio tutti quegli assetti politico-statali che includano al loro interno una religione che non sia l’Islam.
La revisione della costituzione russa – che Putin controlla come fosse un monarca illuminato – è piuttosto semplice. Prevede la possibilità che il presidente intervenga in ogni fase della discussione. Così Putin dopo aver annunciato di voler sottomettere la legislazione internazionale a quella russa, aumentato a 25 gli anni di residenza continuativa nel paese per i cittadini che intendano candidarsi alla presidenza, accresciuto in qualche misura i poteri del parlamento e aggiunto nuove funzioni al Consiglio di Stato di cui eventualmente diverrà il capo dopo la scadenza del 2024, ha voluto anche dare un aspetto più apertamente ideologico alla nuova costituzione.
Il primo riferimento appunto è quello sopracitato, ovvero quello inerente il legame millenario che vi è tra fede e popolo russo. Un legame così forte che neppure 70 anni di forte ateismo di Stato, imposto dall’Unione Sovietica, ha potuto scalfire nei fedeli russi. Putin vuole fondere in un documento politico di primo piano per un’entità statale, come la Costituzione, i valori che caratterizzano l’ortodossia russa. Per molti osservatori internazionali questo è un passo indietro di almeno 3 secoli, un ritorno al periodo pre-illuminista, per altri – come il sottoscritto – questa invece è una presa di posizione