Pakistan, bambina di 8 anni, picchiata e uccisa per aver liberato due pappagalli

Zohra era una bambina di 8 anni che lavorava come domestica. La sua vita è finita nel modo più brutale dei modi, picchiata e torturata fino alla morte. È avvenuto in Pakistan, a Rawalpindi città di circa 3,3 milioni di abitanti della provincia del Punjab. La storia è triste, come spesso accade a quel tipo di narrazione che passa inosservata dai media mainstream.

Zohra aveva lasciato la sua famiglia – molto povera – per fare la domestica in una casa di una famiglia ricca di Rawalpindi, la quale in cambio si era impegnata a farla studiare. La colpa di Zorha è stata quella di essere stata una bambina troppo sensibile, infatti non sopportava la vista di due piccoli pappagallini chiusi in gabbia e per questo ha deciso di liberarli.

La decisione le è stata fatale, la reazione dei datori di lavoro è stata tremenda: l’hanno picchiata e torturata fino a farla morire. Secondo il primo rapporto della polizia, quando i suoi carnefici l’hanno abbandonata in un ospedale i medici hanno fatto di tutto per salvarla, ma la piccola è morta il giorno stesso per le  lesioni al viso, alle mani, sotto la gabbia toracica e alle gambe. Non si esclude che abbia subito anche un’aggressione sessuale.

Nessuno si inginocchierà per Zohra, nessuna protesta e nessun movimento spontaneo sorgerà in suo nome; i bambini in certe aree del mondo rimangono ad oggi ancora vincolati ad una condizione di schiavitù, quella stessa schiavitù che gli idioti iconoclasti dicono di combattere scagliandosi contro le statue e ignorando quando accade

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