Morti e feriti alla vigilia di Natale

Almeno 35 persone, compresi bambini, sono state uccise in Myanmar il 24 dicembre in un attentato, dove sono rimasti coinvolti anche operatori del gruppo umanitario Save the Children, effettuato per mano dei militari del Paese.Save the Children ha confermato che due dei suoi dipendenti sono stati uccisi nell’attacco mentre stavano lasciando una comunità vicina dove avevano fornito aiuti umanitari.

Sembra che le forze governative abbiano sparato a tre veicoli nello stato di Kayah mentre stavano lasciando un’area in cui si stavano verificando combattimenti. Le foto che circolano sui social media mostrano corpi bruciati in veicoli bruciati, uno dei quali ancora in fiamme.

Un abitante del villaggio attiguo alla zona dove è avvenuto l’attacco – che ha preferito non essere identificato – ha dichiarato che le vittime stavano fuggendo dopo una battaglia tra i combattenti della resistenza e l’esercito del Myanmar vicino al villaggio di Koi Ngan.

L’amministratore delegato di Save the Children, Inger Ashing, ha definito l’attacco “intollerabile” e “insensato” in una dichiarazione. “Questo non è un evento isolato“, ha detto Ashing. “Il popolo del Myanmar continua a essere preso di mira con violenza crescente e questi eventi richiedono una risposta immediata“.

Nel quotidiano statale Myanma Alinn, il governo ha affermato che sette veicoli “sospetti” appartenenti al Partito progressista nazionale Karenni, hanno attaccato le forze governative; motivo per cui i militari hanno dovuto rispondere al fuoco, dove “accidentalmente” sarebbero morti gli operatori di Save the Children. Il rapporto ha aggiunto che i veicoli sono stati distrutti in un incendio.

L’esercito ha preso il potere a febbraio, cacciando il governo eletto e arrestando alti funzionari. La sua azione è stata accolta da manifestazioni non violente a livello nazionale, che le forze di sicurezza hanno represso con la forza letale, uccidendo quasi 1.400 civili, secondo l’Associazione di assistenza ai prigionieri politici.Le proteste pacifiche sono continuate, ma è cresciuta anche una resistenza armata in mezzo alla grave repressione, al punto che gli esperti delle Nazioni Unite hanno avvertito che il paese potrebbe scivolare nella guerra civile.

Save the Children ha chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di rispondere alle violenze dell’esercito con misure che includano un embargo sulle armi. Ha inoltre esortato l’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico a premere per l’attuazione di un accordo raggiunto ad aprile con il leader del Myanmar che chiede la cessazione delle violenze nel paese e la mediazione di un inviato speciale dell’ASEAN.

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