
MES: il governo è nel caos
Proviamo a ricapitolare quello che è successo durante il corso della settimana appena trascorsa. Sembrerebbe che l’accordo sul Mes per le spese dirette e indirette inerenti l’emergenza coronavirus, sia stato raggiunto dal ministro dell’economia Gualtieri. Nessuno ha ancora letto il testo del documento e tranne gli addetti ai lavori, quello che viene proposto all’Italia è un documento avvolto nel mistero.
Gentiloni, commissario europeo agli affari economici, benedice l’accordo insieme al giubilante presidente del Parlamento europeo Sassoli. Zingaretti ha detto che l’Italia deve chiedere subito i 37 miliardi cui ha diritto. Soldi che per uno Stato come il nostro, da 50 anni sempre dentro le prime otto economie del mondo, sono poco più che elemosina. Quindi Gualtieri, Gentiloni e Sassoli, i tre moschettieri del Pd, di cui Zingaretti è il leader, sono in spasmodica attesa di vendere l’Italia agli stranieri.
Dall’altra parte il premier Conte ha gelato gli entusiasmi dicendo che il governo mira a altro, alle linee di credito del Recovery Fund, e Di Maio ha spiegato che con le migliaia di miliardi di quel fondo non ci sarà nessun bisogno del Mes, definito da una nota ufficiale del M5s “uno strumento inadeguato”. Siccome il Mes non si può accettare e rifiutare allo stesso tempo, in ogni caso qualcuno dovrà fare autocritica e dire: ci siamo sbagliati. Oppure il governo resta diviso e fa scegliere a deputati e senatori in piena autonomia, come se ci fosse un referendum dove ogni parlamentare vota “secondo coscienza”. Scegliendo il destino di tutti.
Il problema di questa situazione è che emergono tutti gli evidenti limiti di un governo che aspetta solo di morire politicamente, nato sotto la benedizione di un Presidente della Repubblica quanto mai miope. Il governo di uno Stato come l’Italia, non può permettersi di tirare a campare e dividersi su questioni fondamentali come il MES; qualcuno faccia qualcosa affinché fannulloni e impostori lascino le sedie del potere.