
Macron vuole l’Unione Europea parallela
“Ci vorranno decenni prima che l’Ucraina venga accettata nell’Unione Europea” così ha affermato il francese Emmanuel Macron gelando l’entusiasmo di Zelensky che negli scorsi giorni aveva esultato “di aver compiuto un altro passo, molto importante e non solo formale, nel nostro cammino verso l’Unione europea”.
In un discorso al parlamento dell’UE a Strasburgo, il presidente francese ha invece suggerito che l’Ucraina potrebbe entrare a far parte di una “comunità europea parallela” in attesa di una decisione. Ciò consentirebbe ai membri non UE di aderire all’architettura di sicurezza europea in altri modi. Creare una specie di anticamera burocratica prima dell’ingresso ufficiale all’interno dell’UE.
Macron ha specificato che si dovrebbe così considerare la creazione di una “comunità europea parallela”, piuttosto che sospendere i severi criteri di adesione all’UE per accelerare l’adesione dell’Ucraina. Ha detto che sarebbe “un modo per ancorare paesi che sono geograficamente in Europa e condividono i nostri valori”, senza alterare il normale processo che ogni paese deve compiere per entrare all’interno dell’UE.
Macron ha espresso tale considerazione poco dopo che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato che l’esecutivo dell’UE avrebbe pubblicato il suo parere iniziale sulla candidatura dell’Ucraina all’adesione nel mese di giugno.
Il presidente francese, nel suo intervento ha chiarito che, nonostante la vicinanza al popolo ucraino sia dovuta, bisogna rispettare i parametri che l’Unione richiede ad ogni singolo stato candidato – Turchia (candidata dal 1999), Macedonia del Nord (candidata dal 2004), Montenegro (candidato dal 2010), Serbia (candidata dal 2012) e Albania (candidata dal 2014).
Trovare una scorciatoia creerebbe un pericoloso precedente, costruire una struttura parallela invece, permetterebbe di allargare – de facto e non de iure – l’Unione senza i vincoli di parametri. Del resto ogni impero ha la sua periferia.