L’ultima volta che l’Europa “salvò” uno stato fu la fine della Grecia

L’ultima volta che uno stato appartenente all’Unione Europea si è trovato in difficoltà finanziarie ed ha chiesto aiuto all’Europa “unita”, non ha avuto una sorte felice.

Ovviamente parliamo della Grecia e del piano di aiuti che l’Unione ha previsto per la repubblica ellenica solamente 5 anni fa, parliamo di una storia recentissima ancora fresca nella memoria di molti, non parliamo di vicissitudini accadute decadi passate di cui è facile distorcere la narrazione.

Alcune delle strepitose riforme che ha imposto l’Europa quello che era il governo greco targato Tsipras hanno portato alla Grecia i seguenti (facilmente riscontrabili) effetti:

  • Abrogazione immediata della legge per il pignoramento delle prime case che sono finite subito finite in mano alle Banche;
  • Porti ed aeroporti venduti a Francia, Germania e Emirati Arabi, di cui alla Germania ben 14 aeroporti da tra cui quello principale di Creta;
  • Titoli ellenici (risparmio dei cittadini) svalutati del 55%;
  • Tasso di povertà giunto al 70%;
  • La prima compagnia di telecomunicazione del Paese è divenuta tedesca;
  • Il Porto del Pireo è dei tedeschi insieme agli altri maggiori porti;
  • Vendite di spiagge pubbliche a compagnie private straniere (francesi e tedesche);
  • 40 mila bambini morti per denutrizione;
  • triplicato il numero di senzatetto nella sola Atene.

Adesso voglio farvi riflettere su una questione molto grave e spinosa; sapete per quanto era esposta la Grecia? Solamente per 365 miliardi di euro. E sapete quanto ha detto Conte che ammonterebbe “la potenza di fuoco” per cui lo Stato si espone come garante? 400 miliardi. Capite perché la Commissione Europea, I’Olanda e la Germania vogliono inserire il MES nel piano d’emergenza per il coronavirus? Perché quando i venduti approveranno il MES o qualsiasi nome gli vorranno dare, noi faremo una fine peggiore della Grecia.

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