
Le aziende soffrono mentre il Premier diserta l’incontro
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ancora una volta ha dato della sua ambiguità. Da una parte con mano sul petto e con voce strozzata tranquillizza le aziende con discorsi infiniti durante le seduta al Senato, dall’altra però diserta il tavolo delle trattative con le aziende – motore pulsante dell’economia italiana – lasciando le imprese senza risposte, scappando così davanti all’agenda che Confindustria ha consegnato nelle mani dei ministri nel corso del vertice in videoconferenza di mercoledì 6 maggio.
[amazon_auto_links id=”694″]Il vertice che si è tenuto (non alla presenza del Premier disertore) in settimana riguardava le misure da inserire nel decreto che doveva essere di aprile ma che inevitabilmente diventerà di maggio. Mentre il numero uno di Confindustria, Carlo Bonomi, (ufficialmente non ancora in carica) si è affidato al dg Marcella Panucci, il governo si è dovuto affidare al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e i ministri Catalfo e Stefano Patuanelli. In rappresentanza delle aziende, i rappresentanti di Confindustria, Confapi, Confimi, Confprofessioni. Ufficialmente l’assenza del capo del governo è stata motivata dal suo staff (cui direttore è Rocco Casalino) con una serie di telefonate istituzionali, che si sono prolungate più del dovuto”.
Ma sembra l’anticamera dello strappo. Prima del vertice, il premier – in un’intervista al Fatto Quotidiano lancia la sfida
Se ci sono buone e concrete proposte ben vengano. Può inviarcene anche Bonomi, purché siano specifiche e concrete, sul sostegno alle imprese