
L’Austria pensa ancora di essere un impero e agisce contro l’Italia
Francia e Germania hanno proposto per l’Europa post Covid-19 un piano da 500 miliardi di euro. La proposta è interessante, anche se svela per l’ennesima volta il ruolo subalterno che ha la nostra nazione (e così tutte le altre), visto che le decisioni le prendono due stati in favore di 27. Sembrerebbe che il colloquio intercorso Emmanuel Macron e Angela Merkel, si sia parlato della possibilità di un recovery fund con un debito comune tra i mercati europei e quindi tra i Paesi dell’Unione, in modo che il piano da 500 miliardi siano rimborsati dagli Stati membri.
A questo scenario idilliaco che metterebbe fine a mesi di duri scontri si oppone la Germania di Kurzt, il quale puntando i piedi boccia la proposta Franco-Tedesca con un secco
Prestiti, non aiuti
Lo stesso cancelliere federale dell’Austria, che dice di essersi già confrontato anche con Svezia, Olanda e Danimarca ci tiene a precisare che anche i Paesi del Nord Europa condividono la sua stessa posizione. Lungi da me prendere posizioni nazionaliste e anti sistema, ma qualcuno dovrebbe indurre riflettere circa l’attuale situazione Europea.
Stati come Austria, Svezia, Olanda e Danimarca che indubbiamente hanno avuto un illustre passato, ricco di momenti di gloria in terra europea con i loro eserciti (Austria, Danimarca e Svezia) e oltre oceano (Olanda), non posso permettersi il lusso di prendere posizioni nette e incisive su questioni fondamentali come il recovery fund.
I tre Stati “usurai” difatti non figurano tra i primi contributori dell’Unione Europea, ma risultano però tra primi beneficiari, ciò significa che ricevono in finanziamenti più di quanto danno all’Europa. L’Olanda basa la sua fortuna in quanto paradiso fiscale all’interno dell’Unione, cioè succhiando in maniera sleale risorse finanziare agli altri Stati; l’Austria vive per lo più di turismo insieme alla Danimarca che con la Svezia tra pesca ed Ikea cercando di figurare tra le economie europee di seconda fascia. Si può facilmente constatare che gli Stati appena elencati di certo non si possono definire dei veri e propri giganti economici.
Il punto focale è il seguente – forse sembrerò inappropriato ma qualcuno deve pur dirlo : non siamo tutti uguali. Ci sono posizioni prese da alcuni Stati che pesano di più rispetto ad altri, in quanto sono detentori di una potenza diplomatico-industriale superiore ad altri. Se questo assunto non fosse veritiero allora si potrebbe facilmente asserire che le Isole Figi, nei tavoli internazionali, hanno la stessa capacità diplomatica degli Stati Uniti.
Quindi l’invito che rivolgo ad Austria, Olanda, Danimarca e Svezia è quello di continuare ad agire all’interno dell’Unione Europea come hanno sempre fatto, godendo di un massimo beneficio con il minimo sforzo e di lasciare perdere questioni che riguardano i grandi.