
La Germania si affida di nuovo al carbone – già finito l’amore per il Pianeta?
Era l’inizio del 2020, più specificatamente il 15 gennaio quando il governo federale tedesco varò il piano di abbandono degli impianti a carbone. La notte tra il 15 e il 16 gennaio lo Stato federale e i Länder, luogo dove sorgevano le centrali a carbone, siglarono un accordo che prevedeva l’eliminazione graduale delle stesse, in modo da favorire una rivoluzione eco-tecnologica in tutta la Germania.
L’obiettivo dichiarato del Ministro dell’Ambiente, Svenja Schulze, era quello di chiudere le centrali più vecchie entro 31 dicembre 2020, in contingenza a questo il Ministro delle finanze, Olaf Scholz, aveva annunciato un piano da 1 miliardario di risarcimento per i gestori delle centrali: le centrali situate ad ovest dell’ex Muro di Berlino avrebbero ottenuto 2,6 miliardi di euro come rimborso, mentre per le centrali ad Est sarebbero stati messi a disposizione 1,7 miliardi di euro.
Qualcosa però sembra essere andato storto.
È di qualche mese fa la notizia dell’apertura di una nuova centrale a carbone, nonostante come abbiamo appena scritto, il governo avesse annunciato l’abbandono totale della fonte fossile entro il 2038. Il sito, che prende il nome di DATTELN4, pronto già all’inizio del 2020, non solo ha suscitato la collera degli ecologisti ma ha contrariato quella commissione di esperti, incaricata dalla stessa Merkel, che aveva tracciato una chiara linea guida per il graduale abbandono totale del carbone entro il 2038.
La commissione aveva inequivocabilmente raccomandato alla cancelliera, in maniera esplicita, di bloccare l’apertura di nuovi impianti, raccomandazione che con DATTELN4 è stata ovviamente disattesa, dato che il sito rappresenta l’ultima centrale a carbone in costruzione in Germania. Ovviamente sembra molto strano questo cambio di rotta e bisognerebbe indagare più a fondo.
A ma basta concludere un’amara riflessione, se queste stesse dinamiche fossero accadute in Italia, giornali, giornalisti e giornalai di tutta Europa avrebbero già gridato al complotto mafioso, con tanto di spaghetti e pizza, ma siccome parliamo di Germania, allora tutto tace e ogni cambio di posizione più o meno discutibile tace nel silenzio dell’ipocrisia.