Kadyrov pericoloso erede di Putin?

Siamo in pochi in Italia ad averlo detto ( e ripetuto da mesi), tra questi c’è anche Michele Santoro; in Russia, attualmente, la linea di Putin corrisponde alla linea morbida. Non vorrei che mai si verificasse l’ipotesi – l’ho scritto spesso fin luglio, oggi scopro che finalmente ci arrivano pure i giornalisti di Repubblica – che vedrebbe come successore al Cremlino, qualora Putin cedesse, proprio Kadyrov, quello che avrebbe già sganciato le nucleari tattiche in Ucraina. 

Il ceceno piace agli alti ranghi dell’esercito, ai soldati e alle milizie private. Nel settore militare pubblico e privato in Russia, sono impiegati per la maggior parte uomini di etnia caucasica, euroasiatica e asiatica, provenienti dagli stati federali più poveri, casualmente quella fascia di popolazione con cui Kadyrov condivide il proprio substrato culturale. 

Secondo voi, in chi si rispecchieranno maggiormente i militari in caso in cui il Putin venisse rimosso? 

Con un Medvev (o qualsiasi altro politico della cerchia magica di Putin che viene dalle metropoli russe) in giacca e cravatta o con un Kadyrov che è stato al fronte a combattere fianco a fianco con i propri uomini? 

Per questo sono critico con molti (sedicenti) analisti che vedo in TV o ascolto alla radio, perché purtroppo non riescono a porre interrogativi costruttivi alle persone che li ascoltano; si preoccupano, a mio modesto parere, più di indorare la pillola che a fornire analisi ciniche e reali.  Dalle mie parti c’è un modo di dire che calza a pennello con questa situazione: “Meglio il cattivo conosciuto che quello buono a conoscere” (si potrebbe tradurre con il proverbio inglese “better the devil you know”). 

Questo proverbio invita alla prudenza: del cattivo conosci vizi e le mancanze, il buono è ancora tutto da scoprire.

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