
India: il Nagaland come il Vietnam?
Le forze di sicurezza indiane nella serata del 5 dicembre, hanno ucciso un manifestante nello stato nord-orientale del Nagaland dopo che gli abitanti di un villaggio erano insorti a causa di precedenti atti di violenza perpetrati sempre dell’esercito, che hanno portato all’ uccisione di più di una dozzina di civili nella mattinata della stessa domenica.
Una grande folla di persone cos’, si è radunata fuori dal campo dell’esercito Assam Rifles, nella città di confine di Mon, lanciando pietre e dando fuoco alle aree intorno al campo, poche ore dopo che le forze di sicurezza hanno sparato a un gruppo di civili, scambiandoli per ribelli. Secondo quanto riferito, i manifestanti hanno fatto irruzione nel campo e hanno iniziato a danneggiare e bruciare gli edifici.
“Il posto di Assam Rifles a Mon è stato gravemente attaccato da una folla di oltre 300 persone del posto provenienti da diverse parti“, ha detto la forza paramilitare in una nota rilasciata all’agenzia di stampa locale Northeast Now.”Le truppe di Assam Rifles sul posto hanno comunque mantenuto un alto grado di moderazione e hanno sparato in aria per disperdere la folla”. Assam Rifles è la più antica forza paramilitare del paese responsabile delle operazioni di controinsurrezione nel nord-est .
Caso di omicidio archiviato
La situazione nello Stato è rimasta tesa. Le autorità hanno annunciato un coprifuoco a tempo indeterminato nel distretto e hanno chiuso a tempo indeterminato i servizi Internet e dati mobili per frenare ulteriori violenze.
In altre parti del Nagaland, si sono tenute marce e veglie a lume di candela in solidarietà con gli abitanti del villaggio uccisi. Per indagare sull’accaduto è stata costituita una squadra investigativa speciale della polizia di Stato.
“Va notato che al momento dell’incidente non vi era alcuna forza di polizia sul posto e né le forze di sicurezza hanno richiesto alla stazione di polizia di fornire una pattuglia in modo da coadiuvarli nelle fase meno violenta dello scontro; le forze di sicurezza non hanno cercato un dialogo “, ha detto il rapporto della polizia, secondo l’emittente NDTV . “Quindi è ovvio che l’intenzione delle forze di sicurezza è uccidere e ferire i civili”.
Il governo dello stato ha annunciato un risarcimento di 500.000 rupie (6.600 dollari, 5.880 euro) ciascuno per le famiglie delle vittime. Ha anche annunciato che lunedì al tramonto si terrà un servizio funebre per le vittime, aggiungendo che avrebbero ricevuto “giustizia secondo la legge del paese“.