
Il razzismo africano è la vera piaga contemporanea
In questo mondo dove sembra che il diritto di parola sia concesso solo a chi è politicamente corretto, mi sento in dovere di difendere la realtà dei fatti. Purtroppo so che costa molto ammetterlo a molti pseudo radical-sinistrosi, ma il continente dove il razzismo è istituzionalizzato ed esistono più discriminazioni è proprio l’Africa.
L’Africa è quel continente dove gran parte della popolazione (per fortuna non tutta, esistono anche oasi di democrazia comprovata) è vittima di discriminazione solamente per il proprio status sociale. Spesso e volentieri determinate caratteristiche, del tutto non meritocratiche, permettono a certi individui di poter disporre della vita altrui come meglio credono.
Questo è il motivo per cui in Africa molti diritti ancora sono in parte determinati dallo status sociale, a sua volta definito da fattori ascritti: il sesso, l’età, oltre che la comunità di nascita. Lo status di donne e bambini è inferiore a quello degli uomini. Ne deriva che la loro vita e la loro volontà sono tenute in minor conto.
Per questo sopravvivono, ostinatamente praticate, istituzioni nate per disporre della loro esistenza in funzione del bene collettivo, così come veniva inteso e tutelato nelle società tribali basate su economie di sussistenza, come ad esempio: lavoro minorile, matrimoni combinati, matrimoni precoci, prezzo della sposa, mutilazioni genitali femminili.
Il continente dove si dovrebbe intervenire contro il razzismo che si è fatto Stato è proprio l’Africa e non l’Europa o l’Occidente in generale. L’Occidente e l’uomo bianco devono fare ammenda per le sofferenze che hanno creato in passato, ma allo stato attuale, sono molte società africane a doversi battere il pugno sul petto e chiedere scusa ai loro cittadini.