Il continente africano obbligato alla nuova guerra fredda dal conflitto russo – ucraino.

Mentre la Russia iniziava le operazioni militari in Ucraina, numerosi video amatoriali diffusi sui social media, mostravano come agli africani veniva impedito di salire a bordo dei treni per potere fuggire  dal paese, costringendoli così, a vedersi così esclusi dalle code di persone lungo i binari per fare spazio agli ucraini; motivo per cui, molti governi africani sono stati costretti a noleggiare aerei per evacuare i loro cittadini dall’Ucraina quanto prima. 

Secondo molti analisti, sarebbe questo uno dei motivi principali secondo il quale molti Paesi africani si sarebbero astenuti dal prendere, in seno all’ONU, un’esplicita posizione di condanna nei confronti della Russia, preferendo così una via più cauta seguendo una linea diplomatica di neutralità o di appoggio nei confronti di Mosca.

Come era lecito aspettarsi, tale “libertà” di scelta non ha fatto altro che aumentare la pressione di alcune nazioni “occidentali” su numerosi paesi africani, alimentando così vecchie inimicizie e creando nuove divisioni tra l’Africa e mondo Occidentale (Stati Uniti e Unione Europa). 

Rendendosi conto dell’importanza dell’Africa, viste le nuove ed attuali priorità globali degli Stati Uniti, l’amministrazione Biden ha lanciato un nuovo documento politico sull’Africa volto a contrastare sia l’espansionismo militare-russo che quello economico-cinese.

Così, se di neo- colonizzazione non è lecito parlare, è quanto mai discutere di destabilizzazione diplomatica, la quale avviene secondo seguendo i rigidi canoni di una vera e propria campagna di corteggiamento, che vede coinvolte le diplomazie degli Stati dell’Unione Europea e degli Stati Uniti da una parte, avverse agli interessi delle diplomazie di Pechino e Mosca già molto attive sul territorio; in mezzo a queste sfere polarizzate di influenza provano ad inserirsi con fortune alterne – a volte anche da comprimarie – le ragioni di Turchia, Giappone, Qatar ed Emirati Arabi Uniti provano ad accaparrarsi le simpatie delle nazioni africame. Nel frattempo, i regimi autoritari, come il presidente del Camerun Paul Biya , hanno cercato di sfruttare la rivalità geopolitica in atto.

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