Gli USA hanno un problema di minerali critici?

Nel disperato tentativo di diversificare lontano da Pechino, Washington sta intensificando gli sforzi per far ripartire la sua industria nazionale in difficoltà.

L’attenzione di Washington nel colmare le vulnerabilità strategiche nel contesto del peggioramento delle relazioni USA-Cina ha anche riacceso gli sforzi degli Stati Uniti per controllare materiali cruciali, ma spesso trascurati: i minerali critici. 

Non sono solo le terre rare, la corsa ai minerali critici riguarda cose anche più semplici come cobalto, nichel, rame e, secondo il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, circa due dozzine di altri elementi chiave per tutto ciò che è necessario per rendere il paese più sicuro, più pulito e più prospero. Il problema è dove trovarli tutti nel minore tempo possibile.

Dopo una programmazione più che decennale, la Cina si è già ritagliata un vantaggio di rilievo nell’estrazione, raffinazione e lavorazione di molti di questi materiali, collocandosi in una posizione dominante che ha scosso gli Stati Uniti e alimentato i timori di colli di bottiglia della catena di approvvigionamento. 

Nel disperato tentativo di diversificarsi lontano da Pechino, i legislatori statunitensi stanno intensificando gli sforzi per far ripartire un settore nazionale che ha dovuto affrontare a lungo preoccupazioni ambientali e sociali, lunghi processi di autorizzazione e sforzi di ricerca sempre più ridotti. 

Nei prossimi decenni, la domanda di questi minerali e materiali dovrebbe esplodere : entro il 2050, secondo la Banca mondiale, potrebbero essere necessari miliardi di tonnellate di minerali come il litio per alimentare la rivoluzione dell’energia pulita. Questo aumento della domanda, aggravato dalle crescenti tensioni USA-Cina, ha innescato un’ondata di misure e partnership progettate per stimolare l’industria nazionale statunitense e creare nuove catene di approvvigionamento globali al di fuori della Cina. 

Senza il litio, ad esempio, il mondo non avrebbe le batterie necessarie per i veicoli elettrici e gli smartphone. Il cobalto alimenta i motori a reazione; nichel e titanio formano leghe potenti. Mentre questi minerali critici possono provenire da ricchi giacimenti in tutto il mondo, sono in gran parte raffinati e lavorati in Cina. 

Nell’ultimo sforzo per catalizzare l’industria statunitense, i senatori statunitensi Mitt Romney, Dan Sullivan e Gary Peters hanno proposto un disegno di legge che tende a dare un approccio industriale concertato, inclusa una serie di investimenti per stimolare la produzione e l’utilizzo del Defense Production Act per espandere le forniture interne. 

Prima che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden entrasse in carica, l’ex presidente Donald Trump ha emesso un ordine esecutivo contro la dipendenza di Washington dalle catene di approvvigionamento di minerali critici della Cina, che ha definito ” un’emergenza nazionale “, e ha delineato una nuova strategia per rafforzare la resilienza nel settore. Il Congresso e la Casa Bianca da allora hanno gareggiato per mettere a punto piani più pie-in-the-sky.

Tuttavia, a discolpa degli Stati Uniti, va specificato che molti dei metalli e dei minerali di cui Washington ha bisogno si trovano in luoghi dove non gli USA nono solitamente “benvenuti, infatti, oltre il 60 percento della produzione globale di cobalto, manganese e nichel, ad esempio, proviene dal Medio Oriente o da paesi che non sono partner di libero scambio con Washington o addirittura sono rivali, motivo per cui, questi fornitori, non essendo inclusi nelle iniziative statunitensi, decidono di rivolgersi alla Cina per gli investimenti.

La Repubblica Democratica del Congo è un esempio chiave. Sebbene il Congo rappresentasse circa il 68% del cobalto mondiale nel 2022, manca ancora di un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti e non è stato incluso nella Minerals Security Partnership, un’iniziativa chiave promossa dagli Stati Uniti, mentre le società cinesi hanno finanziato parzialmente o totalmente la stragrande maggioranza delle miniere in Congo.

Gli USA cercano di recuperare terreno rivolgendosi al mercato asiatico, il recente accordo commerciale USA-Giappone sui minerali critici potrebbe aprire la strada ad accordi con l’ Indonesia ricca di nichel, la Mongolia e la Corea del Sud; mentre Pechino sta ancora andando avanti a tutta velocità. La Cina facendo massicci investimenti in tutto il mondo in minerali e aziende, estrazione e lavorazione e anche fino alla produzione avanzata.

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