Cosa succede alle “locomotive europee?” Esce la polvere da sotto il tappeto?

Il debito francese supera i 3.000 miliardi di euro rendendolo superiore al 112% del PIL. La regola europea che fissa il tetto massimo al 60% del PIL è stata sospesa, ma sarà di nuovo applicabile a partire dal 2024. Cosa succederà?

Il debito pubblico francese ha superato per la prima volta la soglia simbolica di 3.000 miliardi di euro nel primo trimestre, salendo al 112,5% del prodotto interno lordo (PIL), rispetto al 111,8% di fine di dicembre 2022,questo è quello che ha annunciato venerdì 30 giugno l’Institut national de la statistique et des études économiques (Insee).

Il trattato di Maastricht del 1992 fissa per gli Stati un limite di debito pubblico al 60% del PIL, soglia che la Francia ha superato alla fine del 2002, per non tornare mai più sotto da allora. Dalla crisi sanitaria di Covid-19, seguita poi dalla guerra in Ucraina, questa regola, come quella di un deficit pubblico inferiore al 3% del PIL, è stata sospesa, ma entrambe saranno nuovamente applicate a partire dal 2024. 

Per quanto concerne l’altra locomotiva, la Germania, l’economia tedesca è in recessione all’inizio del 2023 dopo che la spesa delle famiglie del motore economico europeo ha ceduto alla pressione dell’alta inflazione.

Il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,3% nel primo trimestre dell’anno che è stato preceduto da un calo dello 0,5% nel quarto trimestre del 2022. Una recessione è comunemente definita come due trimestri successivi di contrazione. 

Il tasso di inflazione della Germania si è attestato al 7,2% in aprile, al di sopra della media dell’area dell’euro ma al di sotto dell’8,7% del Regno Unito.
I prezzi più alti hanno pesato sulla spesa delle famiglie per cose come cibo, vestiti e mobili. Anche gli ordini industriali sono più deboli, riflettendo l’impatto dei prezzi più elevati dell’energia sulle imprese.

Motivo per cui Francia e Germania si sono scontrate il 16 giugno su come riformare le regole fiscali dell’Unione europea ed entrambi hanno affermato di avere il sostegno di molti altri governi dell’UE in una controversia che difficilmente sarà risolta prima della fine dell’anno.

Le regole fiscali, chiamate Patto di stabilità e crescita, mirano a prevenire l’eccessivo indebitamento da parte dei governi che condividono l’euro. Ma un’impennata del debito pubblico causata dalla pandemia e in seguito dalla guerra in Ucraina ha costretto una revisione dell’intero quadro mentre le vecchie regole diventavano irrealistiche.

Il dilemma è semplice:

Il Ministro delle finanze francese Bruno Le Maire pensa che sarebbe un errore economico e politico continuare ad avere regole automatiche e uniformi, dato che questo ha portato alla recessione, alle difficoltà economiche e alla decrescita della produzione.
La controparte tedesca Christian Lindner sostiene invece che gli automatismi siano necessari, dato che si ha bisogno di parità di trattamento, in modo avere una salvaguardia comune.

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