Fondo Monetario Internazionale dichiarazione shock: “L’Euro danneggia l’Italia”

Gita Gopinath, economista capo del Fondo Monetario Internazionale, spiega, dopo aver condotto dei recenti studi di settore, come per una Nazione, non possedere una moneta unica significhi cadere nel baratro della recessione. Lo studio è stato condotto in riferimento al periodo post Covid. Come l’economie nazionali potranno fare fronte ai disagi causati dalla pandemia?

Prima di tutto Gita Gopinath in questo studio spiega che la flessibilità del tasso di cambio rimane lo strumento ottimale per far fronte alla volatilità dei mercati; questo anche in presenza di debiti pubblici e/o privati in valuta estera, i quali, quando la valuta si deprezza, diventano più difficili da ripagare.

In poche parole, l’FMI ci sta dicendo che la risposta migliore all’instabilità intrinseca del capitalismo moderno è emettere debito nella propria valuta (che noi non possiamo fare, perché abbiamo l’euro, che di fatto è una valuta estera, come scrive Paul De Grauwe), avere un tasso di cambio flessibile (che noi non abbiamo, perché siamo nell’euro) e, se questo non dovesse bastare, adottare controlli di capitali e intervenire direttamente per manovrare il tasso di cambio (cose che noi non possiamo più fare perché siamo parte della zona euro e dell’UE, dove l’assoluta libertà di movimento dei capitali è sancita dai trattati). 

In altre parole, l’FMI ci sta dicendo che rinunciare alla propria sovranità monetaria, fissare il proprio tasso di cambio e rinunciare a controllare i movimenti di capitale – cioè esattamente quello che abbiamo fatto aderendo all’euro – è la cosa peggiore che un paese possa fare. E se questo è vero per le economie emergenti e/o in via di sviluppo, ne consegue che è ancora più vero per un’economia avanzata come quella italiana. 

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