
Attentato: Nizza sanguina, Erdogan gongola
Girarsi dall’altra parte e fare finta di niente, come spesso accade in questi casi, giustificando il tutto dicendo che il gesto è frutto di una mente squilibrata; o addirittura giustificare il tutto dicendo che si tratta di un atto isolato rispetto alla moltitudine di crimini che si compiono quotidianamente, credo potrebbe portare a conseguenze ben peggiori dell’inedia. Stendere un velo di finta compassione sulle motivazioni dell’ennesimo attentato estremista, per l’ennesima volta sul territorio francese, dimostra quanto siamo lontani dal decifrare la realtà.
Così, stamattina – 28 ottobre 2020 – in un qualsiasi giovedì che sembrava uguale a tutti gli altri, un uomo con un coltello ha ucciso due persone e ne ha ferite tante altre in una cattedrale di Nizza; più precisamente nella cattedrale Notre-Dame nel centro di Nizza, in Avenue Jean-Medecin. L’attentatore, perchè identificare questo gesto con altri epiteti sminuirebbe il diritto alla comprensione umana, ha decapitato un pensionato di 70 anni prima di colpirne a morte un’altra.
Il quadro della vicenda, esimendosi dal mero racconto di cronaca deve far riflettere; per quanto ci siamo abituati a questo tipo di gesti (alzi la mano chi è ancora sorpreso nel sentire di morti decapitati nelle città europee), il gesto va ad incastonarsi in un quadro ben più grande. L’attentato arriva in un momento di duplice debolezza per la Francia, ancora sotto choc per la decapitazione del professore Samuel Paty, ucciso per aver parlato agli studenti delle vignette di Charlie Hebdo che ritraggono il profeta e per lo scontro ideologico/diplomatico in atto tra Erdogan e Macron. Sopratutto la tensione è aumentata nelle scorse ore dopo la pubblicazione da parte di Charlie Hebdo di nuove vignette che vedono ritratto il presidente turco.