Assolti tutti dal massacro di Lagos

Le autorità statali locali di Lagos, centro affaristico/finanziario della Nigeria, hanno respinto il rapporto di un’inchiesta giudiziaria che insinuava un massacro avvenuto durante la repressione dei manifestanti nella città lo scorso anno.

Le proteste #EndSARS nell’ottobre 2020 sono iniziate a causa della brutalità della polizia, ma si sono poi trasformate ed evolute in manifestazioni antigovernative diffuse in larga scala, le più grandi nella storia moderna della Nigeria.

Le proteste si sono concluse con un giro di vite da parte delle forze di sicurezza al casello Lekki, nella città di Lagos, dove secondo alcuni manifestanti, la polizia avrebbe usato la violenza per sedare la manifestazione; forze di secondo alcuni osservatori sarebbero state uccise 11 persone e ferite almeno un centinaio.

Nella risposta ufficiale ai risultati della commissione rilasciati il ​​mese scorso, il governo dello stato di Lagos ha affermato di aver accettato che solo una persona sia stata uccisa a colpi di arma da fuoco nell’incidente di Lekki, come confermato dal patologo dello stato.

Il governo statale, quindi, deve respingere le accuse secondo le quali sarebbero morte in totale 11 per ferite derivate da armi da fuoco al LTG (casello di Lekki)”, si legge in un documento pubblicato nella tarda serata di martedì. Il report continua dicendo che a Lekki “non c’è stato massacro“.

Di contro però, Amnesty International, in un proprio rapporto scaturito il giorno successivo alle proteste, continua a sostenere la tesi secondo la quale le vittime siano 11. Anche l’esercito ha risposto a tale accusa, negando fermamente di aver usato proiettili veri e ha detto che le truppe hanno sparato solo a salve per disperdere la folla.

Il governo federale nigeriano ha già respinto il rapporto di Amnesty International, etichettandolo come viziato e pieno di incongruenze e ha insistito sul fatto che non ci sia mai stato nessun massacro a Lekki. Il documento del governo dello stato di Lagos ha affermato che le incongruenze e le contraddizioni hanno reso il report dell’associazione umanitaria come ” totalmente inaffidabili e quindi inaccettabili“.

Gli attivisti coinvolti nelle proteste hanno rapidamente criticato il governatore dello stato di Lagos, Babajide Sanwo-Olu, il quale martedì 23 novembre 2021 aveva chiesto una marcia per la pace. “Dove stai andando?”Così scrive – in tono sarcastico – su Twitter DJ Switch, un organizzatore che è andato in esilio autoimposto dopo l’incidente di Lekki, al governatore di Lagos. “Il primo passo che dovresti fare è ordinare il processo e l’incarcerazione di tutti i giocatori coinvolti nell’uccisione di persone innocenti“.

La protesta #EndSARS guidata dai giovani è iniziata come una campagna per sciogliere la Squadra Speciale Antirapina (SARS), un’unità di polizia nota per estorsioni, torture ed esecuzioni extragiudiziali ed è finita per mettere sotto la lente di ingrandimento l’intero comparto di sicurezza dello stato di Lagos.

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