Per la festa della Repubblica il Presidente Mattarella ha tenuto il consueto discorso pieno di retorica ma privo di quei contenuti di spessore, che uno statista probabilmente avrebbe affrontato. Dopo lo scandalo magistratura e dopo i problemi legati al Covid-19, ci saremmo aspettati un discorso meno ingessato e più d’effetto, ma si sa il Presidente è fatto così, come quel pro zio che vedi solo nelle occasioni speciali, che sta zitto tutto il tempo mentre a tavola ci si insulta e si litiga, ma si secca sbattendo i pugni sul tavolo se gli manca un pò di vino nel bicchiere.
Ma il problema dell’illuminatissimo e divino Presidente Mattarella è un altro. In un giorno dedicato all’Italia e alla Repubblica italiana ha dovuto per forza tirare in ballo l’Europa. Ancora una volta. Instancabilmente il discorso Europa ci invade, come le formiche in cucina d’estate. Per quanto tu le voglia allontanare te le trovi sempre lì e non capisci neppure da dove entrino. Stessa cosa per l’Unione Europea. In qualsiasi discorso istituzionale la troviamo sempre presente, spero solo che queste continue citazioni siano per l’Unione Europea, come i rintocchi di una campana che suona a morto.
Nessun paese avrà un futuro accettabile senza l’Unione Europea. Neppure il più forte. Neppure il meno colpito dal virus