
La guerra in Ucraina e il problema dello Stato Islamico
Per il terrorismo non esistono alleati, ma solo nemici; per questo motivo da quando gli Stati Uniti hanno lasciato l’Afghanistan, il ramo locale dello Stato Islamico ha rivolto gli occhi a un nuovo nemico: la Russia.
Poco dopo l’inizio dello scoppio della guerra in Ucraina nel febbraio 2022, l’apparato di propaganda centrale dello Stato islamico ha avviato una campagna mediatica incentrata sulla guerra in Ucraina, tanto che ad inizio maggio del 2022 la newsletter settimanale “al-Naba” aveva scritto un titolo quanto mai esplicativo “Crusader Against Crusader Wars (Le guerre dei crociati contro i crociati)”.
Secondo quanto sosteneva l’articolo, il conflitto scoppiato in Europa era solamente una questione di potere tra potenze occidentali, una manifestazione della crescente competizione tra America e Russia per il controllo dei paesi dell’Europa Orientale “Questa sanguinosa guerra che si svolge oggi, tra i crociati ortodossi – di Russia e Ucraina – è un esempio della punizione che è stata scatenata su di loro e per sempre sarà incollata a loro “.
Dopo quanto scritto da al-Naba, anche altri organi di propaganda centrali dello Stato Islamico hanno continuato a mantenere l’attenzione sulle vicende europee, fino al punto che nell’estate del 2022, il ramo afghano dell’IS, noto come Stato Islamico-Khorasan (Khorasan è il nome di una regione storica che comprendeva l’Iran nord-orientale, il Turkmenistan meridionale e l’Afghanistan settentrionale) ha dedicato quasi la totalità della propria forza “mediatica” nel parlare del conflitto europeo, facendo emergere l’IS-K come voce principale nell’illustrare – da una prospettiva meramente estremista – la guerra russo – ucraina.
La Russia è un nemico familiare per gli jihadisti sunniti e si è trovata nel mirino di IS-K per diversi motivi
Secondo lo Stato Islamico Khorasan, infatti, le mani di Mosca sono coperte di sangue musulmano già da moltissimi anni, specialmente in Afghanistan, dove secondo gli estremisti islamici, si continua a pagare lo scotto di una triste eredità generata dalla decennale guerra sovietico-afghana degli anni’80.
La narrazione dell’IS-K si è basata principalmente nel mostrare come l’intreccio storico-relazionale tra Russia e Afghanistan sia in realtà un rapporto atipicamente basato su un sostegno a corrente alternata che cela un fortissimo interesse di Mosca nella regione, ereditato dalla politica estera sovietica. Secondo l’IS-K le attuali relazioni con i talebani pendono totalmente a favore della Russia e a sfavore del popolo afghano, in quanto Mosca, viene accusata di attuare una forma di “lobbismo occulto” nei confronti del regime talebano, dato che quest’ultimo spera e necessita di riconoscimento e sostegno internazionale.
Inoltre, le dure azioni militari dell’esercito russo in molteplici occasioni, durante il corso delle due guerre cecene e la continua assistenza del Cremlino a Bashar al-Assad in Siria, cementa l’immagine di una Russia come nemico utile dell’estremismo islamico su cui è opportuno concentrarsi. Nel loro insieme, questi ultimi fattori rendono il Cremlino un obiettivo attraente per la propaganda dell’IS-K.
La al-Azaim Foundation for Media Production dell’IS-K è un’organizzazione esperta nel campo della comunicazione ed ha sempre sfruttato le questioni geopolitiche per riuscire a fidelizzare sempre più i vecchi appartenenti allo Stato Islamico e cooptare nuovi membri. Per questo motivo le operazioni di terra nella regione “Khorasan” e la info war dell’IS-K si completano a vicenda; come tale, lo scopo dell’offensiva mediatica di al-Azaim è quella di suscitare e accrescere, sfruttando la leva sociopolitica ed economica, il sentimento anti-russo delle popolazioni che si trovano nella regione del Khorasan.
Il primo messaggio IS-K che menziona l’Ucraina è stato pubblicato dal gruppo mediatico il 10 marzo 2022, appena due settimane dopo l’inizio del conflitto. La dichiarazione, rilasciata sulla scia di un attacco devastante effettuato dal gruppo contro un santuario sciita a Peshawar, in Pakistan, ha menzionato brevemente la guerra in Ucraina nell’ultima sezione del testo. Nonostante apparisse solo alla fine, la menzione è stata importante per capire come nel contesto della guerra russo – ucraina, si posiziona lo Stato Islamico: “per i musulmani che combattono da entrambe le parti che partecipano al conflitto non equivale a partecipare alla jihad.” In questo modo, IS-K, mira a delegittimare le lotte di altre organizzazioni jihadiste come non islamiche, sanzionando così solo la propria guerra per coloro che si considerano veri credenti.
Il 3 agosto 2022, IS-K ha pubblicato un numero della sua rivista di punta in lingua inglese Voice of Khurasan con un articolo intitolato “Il buco nero in Ucraina“, che ha celebrato la guerra come “una grande, tremenda gioia per i musulmani di tutto il mondo“. La “guerra che scoppia tra i the kafir [non credenti]” è, secondo IS-K, un “grande segno di Allah l’Onnipotente“. L’autore dell’articolo rimasto anonimo, inoltre, ha osservato come questa volta “le vittime non erano i musulmani della Cecenia, né dell’Afghanistan né della Siria, ma invece gli infedeli delle terre pacifiche d’Europa.
Un altro primo pezzo dedicato alla guerra in Ucraina è stato pubblicato il 14 agosto 2022 dal canale in lingua farsi di IS-K al-Fursan Media. Nel testo si esortavano i musulmani ad essere pazienti e ad aspettare l’opportunità di colpire i loro nemici, compresa la Russia, approfittando delle turbolenze in corso. Poi, nell’ottobre 2022, la Fondazione al-Azaim ha pubblicato un breve articolo in russo intitolato “Il comando sulla guerra in Ucraina”.
In un discorso diretto ai musulmani che combattono per l’Ucraina e la Russia, la dichiarazione dice che è vietato ai musulmani combattere per un sovrano non islamico. Sostiene inoltre che la guerra in Ucraina è un altro schema ideato dall’Occidente per creare spaccature tra i musulmani, e quindi che i credenti non dovrebbero essere coinvolti e dovrebbero invece fare un passo indietro e lasciare che le due parti si distruggano a vicenda.
Il pezzo di propaganda più recente emesso da IS-K sull’argomento è stato pubblicato nel numero 24 di Voice of Khurasan il 2 aprile 2023. L’articolo, “Un messaggio dal cuore ai nostri fratelli musulmani in Ucraina”, è presumibilmente scritto da un anonimo sostenitore dell’IS-K che vive in Europa.
Il testo tratta di quei i musulmani che combattono da entrambe le parti del conflitto in Ucraina, in particolare i musulmani ceceni dalla parte russa e i musulmani tatari da quella ucraina, e li esorta ad astenersi dal combattere, unirsi allo Stato islamico e reindirizzare la loro lotta armata verso le truppe russe in Siria.
L’articolo prende di mira anche l’attuale leader ceceno Ramzan Kadyrov, che l’autore descrive come “volgare” e “ipocrita”, accusandolo di essere uno strumento del presidente russo Vladimir Putin per il suo ruolo nell’invio di truppe cecene per combattere in Ucraina.
L’autore ha ricordato la creazione da parte di Baghdadi del “Cucasus Wilayah” – un gruppo di franchising dello Stato Islamico che copriva il territorio in tutto il Caucaso settentrionale – che doveva diventare un trampolino di lancio per gli attacchi all’interno della Russia e della Cecenia, nonché in Occidente.
L’autore ha suggerito che i veri musulmani non dovrebbero combattere in una guerra tra non credenti, ma dedicare invece gli sforzi al rilancio della capacità dello Stato islamico di condurre attacchi contro le forze russe in Cecenia, Daghestan e in tutta la Russia meridionale.
Allo stesso modo, l’autore ha ridicolizzato la creazione del ” Battaglione Musulmano”, riferendosi ai musulmani tatari che combattono in unità per l’Ucraina, e li accusa di collaborare con un “regime nazista”, trovando un punto di contatto con il Cremlino e diffamando il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Inoltre, l’articolo sostiene che se i tatari, i ceceni e i musulmani in generale vogliono combattere contro le forze russe, dovrebbero unirsi al Wilayah del Caucaso.
La campagna anti occidentale non è stata solamente mediatica ma è stata accompagnata anche da azioni terroristiche; nel settembre 2022, un attentatore suicida IS-K ha attaccato l’ambasciata russa a Kabul, uccidendo due dipendenti e quattro civili afghani. Anche se non ci sono state grandi operazioni dell’IS-K in territorio ex sovietico o contro gli interessi di Mosca in Afghanistan, l’aumento della propaganda dimostra che l’intento rimane quello di agire contro la Russia.