La Germania è in recessione?

Il Ministro delle Finanze Olaf Scholz ha dichiarato di essere disponibile ad allargare i cordoni della borsa e aumentare la spesa pubblica, con interventi extra fino a 50 miliardi di euro cioè pari a quanto è costata alla Germania la Grande Recessione dieci anni fa. I margini per fronteggiare una nuova crisi ci sono, ha detto Scholz, perché la Germania ha ridotto il debito/Pil sotto il 60% in questi dieci anni di crescita. 

Lo stesso Ministro delle Finanze che fino a qualche giorno fa si ostinava a non sentire aria di crisi, ha infine dovuto cedere di fronte all’evidenza dei numeri che la stessa Bundesbank – la banca centrale tedesca ha confermato con i dati pubblicati a metà agosto, constatando che  il Pil tedesco si è già contratto dello 0,1% nel secondo trimestre dell’anno e se fosse confermata una  lieve contrazione anche nel terzo trimestre la Germania sarebbe ufficialmente in recessione tecnica dove i margini di manovra sono ampi, quando c’è crescita, ma si riducono drasticamente quanto il Pil si contrae. Ed è questo lo scenario che descrive la Bundesbank, secondo la quale anche nel terzo trimestre, come nel secondo trimestre, il Pil potrebbe avere un segno meno 

Il Ministro delle Finanze Olaf Scholz ha dichiarato di essere disponibile ad allargare i cordoni della borsa e aumentare la spesa pubblica, con interventi extra fino a 50 miliardi di euro cioè pari a quanto è costata alla Germania la Grande Recessione dieci anni fa. I margini per fronteggiare una nuova crisi ci sono, ha detto Scholz, perché la Germania ha ridotto il debito/Pil sotto il 60% in questi dieci anni di crescita. 

Così la Germani aprirebbe  alla possibilità di abbandonare la regola del pareggio di bilancio, il cosiddetto “zero nero”: ma non è chiaro se i 50 miliardi ipotizzati sarebbero spalmati su più anni e resta da vedere se comunque il Governo Cdu-Csu e Spd sarebbe in grado di garantire un debito/Pil sotto il 60% comunque quest’anno.

Cosa ha generato la crisi?

Il rallentamento della crescita tedesca è imputabile al rallentamento della crescita nel settore edilizio, dovuto anche all’adeguamento stagionale; la riduzione delle esportazioni nel Regno Unito (che è uno dei principali partners commerciali della Germania e tra i più importanti per le esportazioni tedesche) e la stagnazione della domanda di auto. 

Possibili conseguenze?

Il mercato del lavoro potrebbe essere il primo a patirne le conseguenze, attualmente vi è quasi la piena occupazione che però potrebbe non creare più posti di lavoro nei prossimi mesi e la disoccupazione, al minimo storico, ha registrato un lievissimo aumento in luglio. In aggiunta, il settore dei servizi finora molto solido potrebbe iniziare a cedere, contagiato dalla recessione industriale che ha colpito dalla fine dello scorso anno l’industria manifatturiera tedesca. 

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