
La Cina compra droni italiani e ruba l’ennesima azienda strategica
Alcune società cinesiattraverso una società offshore, secondo la magistratura che indaga sul caso, avrebbero tentato di acquisire un’azienda italiana che opera nella costruzione e fornitura di droni militari.
Il fatto è avvenuto a Pordenone, dove la Guardia di Finanza ha perquisito la sede dell’azienda italiana e denunciato sei manager, tre italiani e tre cinesi, in quanto avrebbero violato la legge sui materiali d’armamento e violato il “golden power“, la normativa specifica che ha come scopo la tutela delle aziende italiane strategiche.
Il nome dell’azienda non è stato reso noto, ma molte testate giornalistiche indicano il nome dell’ “Alpi Aviation” con sede in San Quirino, provincia di Pordenone, specializzata nella produzione del Strix –DF.
Questo è un drone (UAV) sviluppato e prodotto dalla stessa azienda Friulana per supportare operazioni tattiche di terra e per coadiuvare gli interventi delle forze speciali tipicamente denominati “boots on the ground”.
Inoltre il drone Strix-DF fornisce sorveglianza aerea e dati di intelligence negli ambienti urbani in tutte le condizioni di luce”.
Un dispositivo del genere, risulta fondamentale sia per teatri bellici ma sia anche per teatri urbani o cittadini, dove esplicherebbe al meglio la funzione di controllo sui civili. Purtroppo tale notizia non ha avuto l’eco nazionale che ci si sarebbe aspettato; i nostri media, forse, sono ancora troppo occupati a perdere le loro ore di sonno inseguendo l’ennesimo risvolto della vicenda “No Vax”, che parlare di come le aziende strategiche fondamentali, come quelle del comparto militare italiano, siano entrare nel mirino di governi stranieri senza che nessuno ne abbia salvaguardia.