Ufficiale USA in congedo ci spiega il nostro ruolo di colonia

Nel numero di maggio scorso del mensile di geopolitica “Limes”, un pezzo salta all’occhio del lettore; quello secondo il quale un ufficiale USA – volutamente rimasto anonimo – finalmente riconoscerebbe ciò che a tutti noi è ormai noto da tempo. L’Italia è una colonia statunitense.

Secondo l’intervistato gli USA avrebbero il controllo militare e dell’intelligence di tutto il territorio italiano; del resto come dargli torto, siamo lo stato europeo ad avere più basi USA presenti sul territorio nazionale e quella con la più grande del continente, situata in Sicilia, più specificatamente a Sigonella.

” Abbiamo il controllo , non eccessivo, di influenza sul potere politico -soprattutto sui poteri informali ma fondamentali che gestiscono di fatto il paese. Quello che voi italiani ci avete consegnato nel 1945 -a proposito, se qualcuno di voi mi spiegasse perché ci dichiaraste guerra, gliene sarei davvero grato- e che non potremmo, nemmeno volendolo, restituirvi. Se non perdendo la terza guerra mondiale” Così parla l’ufficiale USA.

In concreto – e vengo, penso, a quella «geopolitica» di cui parlate mentre noi la facciamo – dell’Italia ci interessano tre cose. La posizione (quindi le basi), il papa (quindi l’universale potenza spirituale, e qui forse come cattolico e correligionario del papa emerito sono un poco di parte) e il mito di Roma, che tanto influì sui nostri padri fondatori.

La posizione. Siete un gigantesco molo piantato in mezzo al Mediterraneo. Sul fronte adriatico, eravate (e un po’ restate, perché quelli non muoiono mai) bastione contro la minaccia russa, oggi soprattutto cinese. Ma come vi può essere saltato in mente di offrire ai cinesi il porto di Trieste? Chiedo scusa, ma avete dimenticato che quello scalo di Vienna su cui i rossi di Tito stavano per mettere le mani ve lo abbiamo restituito noi, nel 1954? E non avete la pazienza di studiare il collegamento ferroviario e stradale fra Vicenza (e Aviano) e Trieste -ai tempi miei faceva abbastanza schifo, ma non importa- che fa di quel porto uno scalo militare, all’intersezione meridionale dell’estrema linea difensiva Baltico-Adriatico? E forse dimenticate che una delle più grandi piattaforme di comunicazioni, cioè di intelligence, fuori del territorio nazionale l’abbiamo in Sicilia, a Niscemi, presso lo Stretto che separa Africa ed Europa, da cui passano le rotte fra Atlantico e Indo- Pacifico?”

Ovviamente per maggiori informazioni vi rimandiamo al numero di Limes, il mio è solo uno stralcio affinchè possa giungere ai più questa verità di cui siamo tutti a conoscenza, ma che a quanto pare solo Limes ha avuto il coraggio di divulgare.

.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *