Il Kaiser, Lenin e la Rivoluzione d’Ottobre
Sono trascorsi 100 anni da quando Vladimir Il’ic Ul’janov, che viveva da esule alla periferia di Zurigo, parlò di sfruttare la guerra in corso per favorire una rivolta proletaria. Nella sua terra, la Russia, a partire dal febbraio 1917 si sviluppò una rivoluzione anti zarista che aveva tra i principali esponenti il liberal-socialista Aleksandr Kerenskij . Dopo aver deposto Nicola II si stava creando una democrazia in stile occidentale mentre in campo internazionale si era intenzionati a continuare la guerra contro gli Imperi centrali.

Lo sviluppo di quello scenario politico deludeva profondamente gli alti comandi dell’esercito del Kaiser che avevano sperato in un disimpegno russo per spostare il loro sforzo bellico sul fronte occidentale. Ed ecco allora che il generale tedesco Erich Ludendorff, tramite amicizie comuni, contattò Vladimir Il’ic Ul’janov chiedendogli se fosse stato disposto a tornare in Russia a fare quello che gli riusciva meglio: il rivoluzionario. L’uomo che passerà alla storia con lo pseudonimo di Lenin acconsentì. Insieme a 32 compagni salirono il 9 aprile 1917 su quello che sarebbe stato chiamato il «vagone piombato» perché tre porte su quattro erano state bloccate per motivi di sicurezza.
Nonostante le accuse di alcuni esuli russi che lo accusavano di essere un traditore venduto ai tedeschi iniziò uno dei più rinomati viaggi su rotaia ricordato anche dallo storico Michael Pearson nel suo libro “Il treno piombato”. Il convoglio attraversò la Germania fino a Berlino dove salirono, per un incontro, degli alti ufficiali tra i quali forse lo stesso Ludendorff. I tedeschi promisero a Lenin diversi milioni di marchi-oro, forse 30 – 40 milioni, su questo gli storici non sono mai riusciti a ottenere la stima esatta, comunque una cifra enorme. Lo scopo era chiaro, far uscire la Russia dal conflitto. Se Lenin avesse avuto ancora qualche dubbio sul da farsi, le sue esitazioni cessarono.
Al suo arrivo a San Pietroburgo venne accolto dal soviet locale, capeggiato dal moderato Chkheidze che gli rivolse un discorso improntato al sostegno al governo provvisorio di Kerenskij. Per tutta risposta Lenin paventò l’inizio di una guerra civile. L’ambasciatore britannico Buchanan capì immediatamente la pericolosità dell’uomo ed avvertì subito Londra. Ma ormai era troppo tardi. Con il denaro dei tedeschi Lenin cominciò il suo lavoro facendo aumentare le pubblicazioni della Pravda con trecentomila copie gratuite al giorno. Contemporaneamente i bolscevichi potenziarono i mezzi di propaganda tra i militari.
Quando il primo luglio Kerenskij affidò ad Aleksej Brusilov l’ultima offensiva dell’esercito russo, il morale delle truppe era già profondamente minato. Dopo la rotta ci fu la presa del potere di Lenin. Ma tutto ciò non servì a Berlino per vincere la guerra. Anzi Lenin usò i loro soldi anche per diffondere materiale rivoluzionario comunista tra le truppe degli Imperi centrali. Senza quel treno e quei milioni di marchi forse la Russia sarebbe diventata una nazione molto diversa da quella che abbiamo conosciuto.