
Continua l’oppressione dei cristiani in Cina nel silenzio dei media
È una guerra diplomatica silente, eppure esiste ed è più ardua e dura di quanto si possa immaginare. Tra Cina e Vaticano l’equilibrio diplomatico è sempre stato precario, ma negli ultimi mesi sembra proprio che Pechino, contrariamente rispetto a quanto dimostrato l’anno scorso, abbia deciso di invertire la rotta delle buone relazioni con la Chiesa di Roma.
Le autorità cinesi preoccupate di un qualche appoggio straniero alle proteste di Hong Kong, hanno minacciato di chiudere la legazione apostolica nell’ex colonia britannica; ma qualcosa di ben più grave è già stato compiuto. Infatti, approfittando della recente legge sulla sicurezza, molti esponenti cattolici appartenenti al mondo dell’editoria, dell’informazione o semplici politici, sono stati intimiditi o arrestati.
Inoltre si è volontariamente negato l’apertura di un ufficio a Pechino, ovvero sul continente asiatico, in quanto, secondo la Segreteria di Stato del Vaticano “Si gioca sul principio dell’ interferenza straniera; in quanto il partito comunista cinese vuole essere padrone della questione religiosa, gestendo i rapporti con i fedeli come allo stesso modo in cui gestisce i rapporti con i propri cittadini“.
Il controllo sulla religione “nemica dello Stato” inizia con i controlli durante le funzioni religiose; i genitori non possono andare in chiesa con i bambini: per accedere alla Messa bisogna avere compiuto diciotto anni. La polizia ferma le famiglie fuori, e si impegna a tenere i figli o le figlie fino a quando la messa è finita, in quanto essa viene molto temuta.
Ma l’oppressione religiosa non finisce con il semplice impedimento alla partecipazione delle funzioni religiose. Il governo cinese si è posto come obiettivo il controllo totale del cattolicesimo in Cina; vengono chiusi decennali orfanotrofi gestiti dalle suore che hanno aiutato le madri che portavano lì le neonate femmine – al tempo della politica del figlio unico – per evitare che fossero uccise. Sembra assurdo, ma nelle comunità contadine più rurali, le donne erano considerate solo una bocca in più da sfamare.
Oltre a questo, si vuole controllare la vita privata dei luoghi religiosi, tramite l’installazione di apposite telecamere, in modo da schedare i fedeli che frequentano i luoghi di culto.
Chiunque voglia intraprendere i rapporti con Pechino conosce bene quanto sia complicato gestire il dialogo con il Partito Comunista cinese, sopratutto se questo, come ha già fatto, tradisce l’accordo sino-vaticano, a meno di un anno dalla sua dichiarazione.