
Anche l’accogliente Danimarca si blinda contro i migranti
Molti dei media mainstream occidentali, di cui molti italiani, hanno più volte indicato i paesi Scandinavi come esempio di accoglienza, dal quale prendere spunto, per quanto riguarda i flussi migratori. “Guardare alla Scandinavia come modelli di integrazione”, più volte è stato ripetuto negli ultimi anni da esponenti di partito, di associazioni o di semplici ONG. Svezia e Danimarca, rappresentano i due Paesi della penisola in cui il flusso migratorio è notevolmente aumentato, e secondo qualcuno, questi erano il modello da seguire, ovvero porte aperte indiscriminatamente.
Negli scorsi giorni però, a rompere il sogno di molti nostrani accaniti fan dell’accoglienza indiscriminata – quella che per intenderci è priva di “se” e di “ma” – è stato proprio il Primo Ministro danese Mette Frederiksen, la quale ha dichiarato che il suo governo intende limitare notevolmente il numero di persone che chiedono asilo in Danimarca. L’obiettivo, ha dichiarato la premier, è quello di preservare “la coesione sociale” nel Paese.
Già, le parole utilizzate sono state proprio “coesione sociale”.
Perchè secondo il punto di vista di Frederiksen, l’ingente flusso migratorio, senza alcuna regolamentazione, ha minato le basi della società danese. L’accettazione di richieste di asilo di migranti giunti solamente pochi anni prima, ha creato una frattura sociale all’interno della società danese visibile a tutti.
Motivo per cui i commenti della Frederiksen, che molti hanno accolto favorevolmente e altri hanno liquidato come vuote promesse, sono l’ultima salva di un lungo dibattito sul multiculturalismo e sul ruolo dell’Islam nella società danese.
La Danimarca, che ha una popolazione di 5,8 milioni di abitanti, ha ricevuto circa 40 mila domande di asilo negli ultimi cinque anni, secondo i dati raccolti da Statista. La maggior parte delle richieste ricevute dalla Danimarca, un Paese prevalentemente luterano, è pervenuta da parte di migranti provenienti da Paesi dell’Africa, dell’Asia e del Medio Oriente.
Negli ultimi anni, la Danimarca ha consentito una rilevante immigrazione non finalizzata alla richiesta di asilo, soprattutto da Paesi non occidentali. La Danimarca ospita attualmente grosse comunità di immigrati provenienti dalla Siria (35.536); Turchia (33.111); Iraq (21.840); Iran (17.195); Pakistan (14.471); Afghanistan (13.864); Libano (12.990) e dalla Somalia (11.282), secondo Statista.
Come in altri Paesi europei, l’immigrazione di massa ha provocato un aumento della criminalità e della tensione sociale. Le città danesi sono state afflitte da sparatorie, incendi di veicoli e violenze tra bande. L’aumento della criminalità ha spinto l’ambasciata americana a Copenaghen a diramare un’allerta di sicurezza a causa della spirale di violenza scoppiata nella capitale danese.
Il 22 gennaio, durante un’audizione parlamentare sulla politica danese in materia di immigrazione, la premier Frederiksen, socialdemocratica, ha dichiarato di essere determinata a ridurre il numero delle richieste di asilo accolte:
“Il nostro obiettivo è zero richiedenti asilo. Non possiamo promettere che ci saranno zero richiedenti asilo, ma possiamo creare la visione per un nuovo sistema di asilo e poi fare il possibile per attuarlo. Dobbiamo stare attenti che nel nostro Paese non arrivino troppe persone, altrimenti la nostra coesione sociale non può esistere. È già stata messa in discussione”.