Frammentazione dell’Asia Orientale

In passato, ci sono stati molti forum di dialogo multilaterale e anche numerosi tentativi bilaterali, che hanno contribuito a stabilire piattaforme in cui gli Stati dell’Asia nord-orientale hanno potuto confrontarsi su questioni inerenti la sicurezza della regione – come i colloqui a sei, il dialogo di Ulaanbaatar e la Sunshine Policy di Seoul.

In particolare, la Mongolia, essendo l’unico paese dell’Asia nord-orientale con relazioni stabili sia con la Corea del Nord che con la Corea del Sud, è servita come attore mediatore tra le parti in conflitto. In retrospettiva, tuttavia, la diplomazia, i dialoghi di pace e le comunicazioni multipartitiche non hanno raggiunto un risultato completo.

In Corea del Sud, sta crescendo la volontà di perseguire una politica a sostegno di un proprio armamentario nucleare; allo stesso tempo, gli sforzi all-out della Corea del Nord per rafforzare le proprie capacità militari, dimostrano la continua insicurezza in cui vive il regime di Pyongyang. 

In questo quadro, inoltre, vanno inseriti attori regionali come Russia, Cina e Giappone, che insieme alle sopra citate Coree, svolgono un ruolo importante nel mantenimento della pace e della sicurezza al livello globale. Il quadrante nord orientale dell’Asia attualmente è forse il fronte più affascinante dell’attuale contesto geopolitico e forse purtroppo anche il meno studiato. 

Russia e Cina, sono membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e sono Stati dotati di armi nucleari, insieme alla vicina Corea del Nord.  Le prime due, seppure in modo differente, sono economie sviluppate con interessi strategici globali simili ma non riescono ad essere alleate di ferro.

Poi ci sonodue outsider dai costumi occidentali e dalla struttura pacifista (Giappone e Corea del Sud), alleati degli Stati Uniti, Tokyo e Seoul, non riescono a godere di una forte fiducia reciproca. 

In mezzo ad essi si frappone una nazione dotata di nucleare, economicamente arretrata e dittatoriale come la Corea del Nord. Tra questi, la posizione della Mongolia appare unica, l’unico stato dell’Asia nord-orientale a godere di solide relazioni con tutti gli altri Paesi appartenenti allo stesso quadrante; motiva la propria presenza nella regione con forti iniziative diplomatiche.

La regione dell’Asia nord orientale, quindi, preoccupa, appunto, perché appare composto come un fronte disunito, poco compatto e privo di alleanze solide dove l’egoismo di Stato tende a fare diffidare gli uni dagli altri. Al fine di contrastare o moderare le attuali instabilità, i paesi della regione potrebbero dover prendere in considerazione la creazione – seppure improbabile –  di un quadro di sicurezza ufficiale ed unificato.

A medio termine, le provocazioni di Pyongyang potrebbero comportare un aumento delle spese per la difesa di gran parte dei Paesi dell’Asia orientale, e prima o poi, questo porterà ad un punto di rottura che minerà gli equilibri della regione.

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