Volete abbattere i veri simboli dello schiavismo? Abbattete le ONG e la nuova tratta dei migranti

Quello che scriverò potrà sembrare blasfemo per molti lettori, ma purtroppo la realtà dell’odierna tratta degli schiavi passa per le ONG e questo è un fatto, non una speculazione. Il fatto che le navi delle varie ONG straniere invischiate nel Mediterraneo stiano giocando un ruolo fondamentale nella filiera del traffico di clandestini verso l’Italia è un altro fatto incontrovertibile. Le navi che “salvano” poveri migranti in mare, altro non sono che l’anello finale di un percorso iniziato nei paesi d’origine, dove vi sono dei reclutatori senza scrupoli che in cambio di un lauto compenso, organizzano un viaggio che culminerà con un “salvataggio in mare” che permetterà ai trafficanti di aumentare il loro giro di affari.

Quanto appena scritto non è fantascienza e vi sono numerosi reportage che danno prova della filiera migratoria. Molti non scappano da guerre, non sono richiedenti asilo e non hanno problemi discriminatori nei loro Paesi di origine. Sono semplicemente delle persone che pagano trafficanti di essere umani per poter entrare clandestinamente in Europa. Nessuna differenza con i clandestini messicani. Sono persone che vogliono andare da un punto A ad un punto B violando delle regole.

E chi c’è alla fine della catena che parte con i “reclutatori?” Le ONG. Quelle stesse ONG che alimentano una tratta a tutti gli effetti. Si, proprio così, è una tratta a tutti gli effetti perchè la peculiarità del viaggio che i migranti si trovano ad affrontare è organizzato con la connivenza di: organizzazioni criminali, compagnie private di trasporti, forze armate dei Paesi che si trovano ad attraversare, tribù in conflitto tra loro e il punto di arrivo in un luogo imprecisato del Mediterraneo, ove le ONG svolgono operazioni di “ricerca e soccorso”, più correttamente qualificabili come di “recupero e trasporto” per completare il trasferimento fino al territorio europeo”.

Ancora una volta, rafforziamo il concetto, perchè parliamo di tratta? Quale potrebbe essere l’elemento che ci fa pensare ad una vera e propria tratta di schiavi moderna? Il fatto che il passeggero/migrante/schiavo non paga anticipatamente il viaggio dal punto A al punto B. Il mancato pagamento non avviene per una ragione economica, ma per una propria garanzia di sopravvivenza; altrimenti chi garantisce che il trafficante una volta ricevuti i soldi non abbandoni la “merce” al proprio destino? O magari chiedere più soldi a metà tragitto per completare il viaggio? La merce o lo schiavo del 2000 non può permettersi di portare il denaro con sé, anche perché diventerebbe un facile bersaglio della violenza non solo dei trafficanti, ma anche di qualche altro migrante disperato perché rimasto senza denaro.

Il passeggero/migrante/schiavo è costretto a procacciarsi il denaro lungo il percorso, potendo farlo in due soli modi: ottenendolo dalla famiglia o prestando lavoro – o attività sessuale – in condizioni servili. Il flusso di denaro può avvenire anche tra trafficanti; non sono rari i casi in cui dei trafficanti a valle lungo il percorso, acquistino dei migranti dai colleghi a monte, versando loro cifre in contanti. Questa è l’ipotesi in cui maggiormente è evidente la riduzione della persona alla condizione cosa mobile liberamente commerciabile. L’interesse all’acquisto del migrante sta nella possibilità di sfruttamento dello stesso che diventa vittima della tratta; dalle estorsioni ai danni delle famiglie allo sfruttamento della prostituzione o del lavoro schiavizzato.

Nei casi più disperati, quando manchi la disponibilità economica ai familiari per riscattarlo, o manchino le energie per svolgere attività lavorativa, il migrante può essere ancora utilizzato per un ultimo scopo, il dominio sugli altri migranti per mezzo del terrore. Può capitare che alcuni ostaggi siano torturati mediante la frattura degli arti o l’ustione di parti del corpo, al fine di rendere ancora più convincenti le implorazioni degli altri migranti alle rispettive famiglie perché paghino il loro riscatto.

Alla fine della filiera vi sono le ONG, che non potrebbero svolgere la loro attività se non in piena connivenza con i trafficanti di migranti, dato che sono questi ultimi a contattare le stesse ONG per fornire le coordinate di recupero delle imbarcazioni piene di merce umana diretta in Europa, dove illusi pieni di speranze e sogni, dovranno ripagare un debito per riscattare la loro vita.

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