Baerbock torna dalla Cina a mani vuote

Per quanto possiamo vedere, il viaggio di Baerbock – Ministro degli esteri tedesco – a Pechino non è stato un successo, anzi proprio la Baerbock investe la Cina di un ruolo internazionale di primo piano, durante la conferenza stampa con il suo omologo cinese, Qin Gang, a Pechino gli chiede di dire alla Russia di fermare la guerra. Il messaggio è stato chiaro, “se non voi, chi altri?”

La geografia come radice della guerra

Dovrei iniziare a scrivere questa riflessione invogliando il lettore a riflettere sulla conformazione geografica della Russia, solo così si è in grado, forse, di capire certe storiche dinamiche. La Russia, dall’800 in poi, momento in cui noi occidentali abbiamo imparata a conoscerla meglio, appare circondata da un anello di montagne e di ghiaccio; il confine con la Cina è protetto da catene montuose ed è separato dall’Iran e dalla Turchia dal Caucusus. Tra la Russia e l’Europa occidentale si trovano i Balcani, i Carpazi e le Alpi, che formano un altro muro. A nord di quelle montagne, invece abbiamo il nulla: un corridoio piatto – la Grande Pianura Europea – che collega la Russia ai suoi vicini occidentali ben armati attraverso quella porta di ingresso in cui si trovano Ucraina e Polonia. Su questo enorme corridoio, paradossalmente, si può  andare tranquillamente in bicicletta da Parigi a Mosca, oppure si può anche guidare un carro armato

Il continente africano obbligato alla nuova guerra fredda dal conflitto russo – ucraino.

Mentre la Russia iniziava le operazioni militari in Ucraina, numerosi video amatoriali diffusi sui social media, mostravano come agli africani veniva impedito di salire a bordo dei treni per potere fuggire  dal paese, costringendoli così, a vedersi così esclusi dalle code di persone lungo i binari per fare spazio agli ucraini; motivo per cui, molti governi africani sono stati costretti a noleggiare aerei per evacuare i loro cittadini dall’Ucraina quanto prima