Non solo Wagner in Africa

Quando si parla di PMC (private military company) in Africa si parla sempre e solo di Wagner. Giusto, anzi giustissimo che sia così, se chi ne parla è un commentatore amatoriale. Sbagliato, per chi conosce la materia, non approfondire la tematica.

L’afflusso di lavoratori cinesi in determinate parti del globo, sopratutto dal 2013 in poi, anno in cui è stata inaugurata la Belt and Road, ha suscitato risentimento tra le popolazioni locali.

Il risentimento anticinese, sopratutto in Africa, unito al potenziale guadagno economico scaturito attraverso rapimento e riscatto, ha portato a un’ondata di incidenti violenti contro il personale e le infrastrutture cinesi.

Tra i casi più significativi c’è da menzionare quello del marzo 2023, quando nove lavoratori cinesi in una miniera d’oro nella Repubblica Centrafricana sono stati brutalmente uccisi.

In risposta a queste minacce, la Cina ha visto un’impennata delle società di sicurezza private(PMC). A differenza delle loro controparti russe, che sono principalmente impegnate in operazioni militari, le PMC cinesi hanno il principale compito di garantire la sicurezza delle imprese e dei lavoratori cinesi.

Spesso collaborano con attori locali, stabilendo accordi con milizie e gruppi paramilitari per fornire una forza deterrente. Questo approccio non solo garantisce una sicurezza immediata, ma promuove anche relazioni preziose che potrebbero rivelarsi vantaggiose in futuro.

Infine, la differenza tra le società di sicurezza cinesi e le aziende russe come Wagner Group, sta nel fatto che, mentre la seconda ha stretti legami con il presidente russo Vladimir Putin e il Cremlino, ha operato in Paesi destabilizzati tra cui Repubblica Centro Africana e Mali con una certa libertà di azione, contribuendo anche alla futura architettura dei Paesi tramite vere e proprie azioni militari le prime agiscono in funzione di protettori degli expat cinesi senza essere coinvolti in conflitti locali.

Le PMC cinesi, così, operano sotto stretto controllo del governo, su 5.000 società di sicurezza registrate in Cina, solo 20 erano autorizzate ad operare all’estero e hanno riferito di impiegare 3.200 singoli appaltatori.

Tra le aziende che lavorano nel continente africano ci sono Beijing DeWe Security Service, Huaxin Zhong An Security Group e China Security Technology Group.

In Kenya, DeWe impiega circa 2.000 appaltatori di sicurezza solo per proteggere la ferrovia a scartamento standard costruita con un costo di 3,6 miliardi di dollari.

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