
Le campagne cercano manodopera mentre si pagano 1 milione di persone per stare a casa
Secondo il Ministro Bellanova (agricoltura) , senza gli immigrati non avremmo frutta e verdura nelle nostre tavole, ed è subito emergenza braccianti.
Durante un’intervista al quotidiano online First Online (testo integrale) il Ministro parla di “Modello Italiano“, su cui punta per colmare l’enorme fabbisogno di manodopera nei campi ai tempi della pandemia, sopratutto spinge sulle trattative con la Romania per l’arrivo di bracciano da impiegare nei campi.
Ma cosa è il modello italiano secondo il Ministro?
“Partiamo dai dati. Le associazioni datoriali indicano una carenza di manodopera stagionale tra 270mila e 350mila lavoratori. Numeri lontani sia da quelli francesi, dove la manodopera stagionale si attesterebbe intorno alle 200mila, che da quelli spagnoli, dove i dati indicano un fabbisogno di 10mila unità. Nelle nostre campagne trovano occupazione oltre 346mila lavoratrici e lavoratori di ben 155 Paesi diversi. Con oltre 30 milioni di giornate lavorative, rappresentano il 26,2% del totale del lavoro necessario nelle campagne italiane. La nostra agricoltura è quindi anche un grande laboratorio di integrazione e in quelle 15 province dove nei molti distretti agricoli si concentra una buona metà degli stranieri occupati, i lavoratori immigrati rappresentano una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale. Lavoratori regolari che prestano servizio nelle imprese sane, quelle che non sfruttano e stanno nelle regole. Allo stesso tempo, altri lavoratori, cosiddetti irregolari – 600mila secondo le stime – che nella maggior parte dei casi già lavorano sui nostri territori, vivono in insediamenti informali, sottopagati e spesso sfruttati in modo inumano. Alla mercé, insieme alle imprese a cui danno le braccia, di quella mafia che si chiama caporalato. Persone adesso ancora più esposte al rischio sanitario e alla fame.
Comporre questa complessità, in modo efficace e rapidamente, è l’obiettivo a cui dobbiamo tendere, senza ipocrisie e senza mettere la testa sotto la sabbia. Va salvaguardata la filiera agricola e alimentare, che sta confermando tutta la sua essenzialità e centralità, e dobbiamo mettere fine, una volta per tutte, a questo scandalo del caporalato e dei ghetti. Perché o è lo Stato a farsi carico della vita di queste persone o sarà la criminalità a sfruttarla”.
La risposta del Ministro a First Online è permeata di un tecnicismo unico, che mira forse a disorientare l’interlocutore dalla vera unica questione italiana. In Italia abbiamo un tasso di disoccupazione ufficiale che è del 10%. Attualmente ci sono 1 milione di nuclei familiari che percepiscono il reddito di cittadinanza (60% dei quali al sud) per una stima complessiva che riguarda 2,6 milioni di beneficiari.
Se a questo aggiungiamo che al Sud 7 giovani su 10 non hanno un lavoro, capiamo bene che abbiamo un esercito composto da poco più di 2 milioni di lavoratori che stanno percependo del reddito pubblico – pagato con le tasse di tutti (i 700 euro del RDC), che stanno sul divano mentre il governo (stupidamente) si adopera per regolarizzare qualche centinaio di migliaio di irregolari o addirittura importare qualche lavoratore stagionale.