La geopolitica del determinismo geografico

Spesso sento dire ” Ma allora [stato x o y] non è libero di scegliere? Deve essere vittima degli altri?” Quando mi trovo di fronte a queste considerazioni provo un pò di simpatica tenerezza per l’ingenuità del mio interlocutore. Partiamo da una premessa.

In geopolitica, i soggetti – in questo caso gli Stati – più rilevanti nell’arena internazionale, spesso, compiono azioni di ingerenza nei confronti degli Stati meno importanti per una serie disparata di motivi. Questi possono essere economici, politici, strategici o umanitari. Chi compie azioni di ingerenza può trarre benefici dalle risorse naturali, dalla posizione geografica o dall’influenza politica dei soggetti meno importanti.
Tuttavia, le ingerenze possono anche avere effetti negativi, come l’instabilità politica, l’insicurezza e la nascita di conflitti.

“Ma quindi uno Stato non può scegliere il proprio destino?”
Rispondo dicendo: “Ognuno di noi sceglie in quale parte del mondo nasce, in quale famiglia nasce e con quale reddito nasce?” Esempio forse semplicistico ma serve a spiegare il determinismo geopolitico.

Il determinismo geopolitico è una teoria che sostiene che la geografia fisica e l’ambiente naturale influenzano fortemente la politica e la storia di un paese o di una regione. Secondo questa teoria, i fattori geografici come la posizione, il clima, la topografia e le risorse naturali determinano in gran parte le possibilità e le limitazioni per lo sviluppo di una nazione; in breve, la geografia fisica e la posizione geografica di un paese influenzano la sua capacità di espandere la sua influenza politica e militare, di essere soggetto attivo o passivo della storia.

Utilizziamo l’Italia come esempio. Semplicemente per sua posizione geografica e per lo status di NON grande potenza, durante il corso della Guerra Fredda, l’Italia è stata vittima di ingerenze straniere che hanno alterato la normale vita politica del Paese. Cito solo due tra i molti esempi che si potrebbero fare.

1 – Il rapimento di Aldo Moro. Nel 1978, il politico italiano Aldo Moro fu rapito dalle Brigate Rosse, un gruppo terroristico di sinistra. Durante le trattative per il suo rilascio, alcune fonti sostengono che gli Stati Uniti abbiano interferito nel processo per proteggere i propri interessi strategici. Il Procuratore Generale presso la corte d’appello di Roma, Luigi Ciampoli “L’uccisione di Aldo Moro non fu un omicidio legato solo alle Brigate Rosse, perché a via Fani c’erano i nostri servizi segreti e quelli di altri Paesi stranieri, interessati a creare caos in Italia”. La frase, che si presume enunciata dal consulente Usa , Steve Pieczenik, fu proprio “Moro serve alla DC più da morto che da vivo”.

2- Finanziamento estero. Durante gli anni ’70 e ’80, diversi partiti politici italiani ricevettero finanziamenti da fonti straniere. Ad esempio, il Partito Socialista Italiano (PSI) ricevette finanziamenti dal governo libico e dal KGB sovietico, mentre la Democrazia Cristiana (DC) fu finanziata dalla CIA.

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