
Groenlandia: prospettive geopolitiche tra passato e futuro
I cosiddetti minerali chiamati “terre rare” oggi sono essenziali per lo sviluppo di qualsiasi cosa, dagli smartphone ai jet militari. Tuttavia, la maggior parte di queste terre rare oggi viene estratta in Cina o in Paesi che hanno totalmente demandato alla politica cinese il controllo della filiera estrattiva di questi minerali; per questo motivo la corsa da parte delle altre potenze, prima tra tutte gli Stati Uniti, per i nuovi giacimenti alla ricerca dei minerali diventa sempre più complicata e forsennata.
Per questo motivo, nel 2019, l’ex presidente USA, Donald Trump, aveva annunciato la volontà di acquistare la Groenlandia; già, perché proprio qui, nel territorio autonomo danese, sembrano essersi concentrati gli appetiti di chi mira alle Terre Rare.
I politici e la popolazione del Paese sono ben consapevoli della crescente attenzione che stanno ricevendo, del resto tale interesse non è neppure tanto nuovo – anche se per motivazioni differenti – molto prima di Trump, il presidente degli Stati Uniti Harry Truman, propose di acquistare la Groenlandia nel 1946, sperando che l’isola potesse essere una difesa geografica contro potenziali bombardieri sovietici.
Ma per coloro che seguono la politica artica, l’interesse di Trump non è stata una sorpresa. La geopolitica nell’Artico è diventata sempre più complicata nell’ultimo decennio, poiché la Groenlandia ha suscitato un crescente interesse per le superpotenze, in particolare gli Stati Uniti e la Cina. Ci sono tre ragioni principali per questo interesse:
1 lo scioglimento dei ghiacci creerà nuove rotte di navigazione di valore commerciale da est;
2 la Groenlandia mantiene l’importanza della sicurezza per gli Stati Uniti in quanto sede della sua base militare più settentrionale a Thule;
3 la Groenlandia potrebbe diventare una fonte cruciale di minerali delle terre rare..
Va ricordato che la Groenlandia ha una storia abbastanza complicata come ex colonia che rimane ancora, in un’unione con la Danimarca. Proprio nel 2021 l’isola aveva celebrato il 300° anniversario della colonizzazione, segnando l’arrivo del missionario danese-norvegese Hans Egede il 3 luglio 1721. La Groenlandia rimase sotto il controllo danese fino alla seconda guerra mondiale, quando gli Stati Uniti presero il controllo strategico dell’isola quando la Danimarca venne invasa dalla Germania nazista.
Dopo la guerra, Copenaghen riprese il controllo politico del territorio, ma gli Stati Uniti mantennero la loro presenza sul territorio e con l’ingresso della Danimarca della NATO nel 1949, nel 1951 gli USA costruirono in segreto la base aerea di Thule. L’installazione era un’importante base per difendersi da possibili attacchi sovietici al Nord America durante la Guerra Fredda.,
La Groenlandia è rimasta una colonia fino al 1953, quando è stata formalmente incorporata alla Danimarca come contea, con la modifica costituzionale danese che ha conferito al territorio due rappresentanti eletti nel parlamento danese. Da questo ne conseguì un processo di modernizzazione che prevedeva lo svuotamento forzato di piccoli villaggi per urbanizzare la popolazione, l’invio di gruppi di bambini in Danimarca per la formazione scolastica primaria e, come recentemente – e tristemente – reso noto e pubblicato sui media internazionali, l’inserimento (senza il loro consenso) di IUD in ragazze di 12 anni.
Nel 1979, la Groenlandia, guidata da giovani politici che formarono il partito socialdemocratico Siumut, ottennero l’autogoverno e una certa autonomia dalla Danimarca. Nel 2009, una nuova legge sull’autogoverno ha riconosciuto il diritto groenlandese all’autodeterminazione, ulteriore indipendenza e il diritto di assumere gradualmente il controllo di più aree come la polizia, il controllo delle frontiere e l’amministrazione dei minerali. Nel 2010 hanno deciso di assumere il controllo dei minerali. I groenlandesi possono trarre profitto dalla propria ricchezza sotterranea, ma se guadagnano più di 75 milioni di corone danesi all’anno ($ 10 milioni), metà dei profitti andrebbero a diminuire i sussidi annuali danesi , che ammontano a 3,9 miliardi di corone danesi (circa $ 511 milioni) nel 2021.
Ma anche se i minerali appartengono ai groenlandesi, le politiche estere e di difesa rimangono sotto il controllo di Copenaghen e per legge passerebbero sotto il controllo di Nuuk solo se la Groenlandia diventasse completamente indipendente dalla Danimarca. Ciò a volte ha creato scontri tra groenlandesi e danesi, dato che il confine tra sicurezza ed estrazione di mineraria, viste le implicazioni internazionali, che hanno trasformato la questione in un caldo dibattito geopolitico. Ad esempio, nel 2016 una società cinese aveva deciso, tra i pochi acquirenti, di investire una somma ingente di denaro per acquistare una vecchia stazione navale in Groenlandia. Per impedire ai cinesi di acquistarlo, l’allora primo ministro danese, Lars Lokke Rasmussen, avrebbe lavorato per riaprire l’ex stazione militare. E nel 2018, Lokke Rasmussen si è precipitata in Groenlandia per offrire investimenti per aiutare a migliorare gli aeroporti, dopo che una società cinese di proprietà statale era stata pre-approvata per la costruzione.
Per questo motivo Erik Jensen, presidente di Siumut, spera che parti significative della politica estera siano presto sotto il dominio groenlandese dato che l’interesse della Groenlandia è condiviso da USA, Russia e Cina, in modo da potere facilmente, come grande attore geopolitico, sedere autonomamente al tavolo delle trattative.
L’obiettivo della Cina con questi investimenti sarebbe quello di ottenere un punto d’ appoggio nell’Artico, e Pechino vede la Groenlandia come una potenziale porta d’influenza nella regione, in particolare se la Groenlandia a un certo punto dovesse raggiungere l’indipendenza. Motivo per cui, forse, l’interesse degli Stati Uniti per la Groenlandia non riguardi tanto l’accesso ai minerali delle terre rare quanto l’impedire alla Cina di guadagnare influenza.
Del resto, nella visione – corretta – di Washington, l’ascesa della Cina è un processo a somma zero, in cui ogni ulteriore incremento di vantaggio che la Cina ottiene va a spese degli Stati Uniti. Anche perchè gli Stati Uniti la Groenlandia, in virtù di una possibile politica estera di equidistazae, ha più volte chiesto la rinegoziazione dei termini di permanenza di Washington in Groenlandia. Gli USA non solo temono che le navi cinesi navighino nella regione ma che la Groenlandia possa perdere la sua importanza geostrategica a sfavore di Washington.