
Austria e Turchia: dopo l’assedio di Vienna del 1683 assistiamo al nuovo assedio ad opera di Erdogan nel 2020
La battaglia di Vienna ebbe luogo l’11 e il 12 settembre 1683 e pose fine a due mesi di assedio posto dall’esercito turco alla città di Vienna. Quasi 350 anni dopo assistiamo all’assedio culturale e mediatico che Erdogan vuole infliggere alla città di Vienna. Nuovamente il turco contro il crociato, dove per crociato si intende il difensore dei valori cristiani. Qualche giorno fa Erdogan, durante un suo comizio, con parole di fuoco, ha minacciato il cancelliere austriaco Kurz, dopo che questi, visti i tragici e violenti attentati di Vienna ad opera di estremisti islamici, si è prontamente adoperato per istituire il reato di “islam politico”. Questo tipo di reato è stato pensato nel tentativo di proteggere l’Austria da eventuali pericoli derivanti dal radicalismo religioso e dal terrorismo internazionale di matrice jihadista.
All’iniziativa di Kurz, Erdogan ha risposto dapprima prendendosela con lo stesso cancelliere, etichettandolo come “ragazzino inesperto” e poi, ha continuato prendendo di mira i leader europei, qualora avessero voluto sostenere la sua idea di attacco all’islam politico. In conclusione, proprio per non farsi mancare nulla, ha detto che se l’Austria avesse continuato sulla strada dura nei confronti di “tutti gli islamici” , lui stesso, Erdogan, avrebbe chiamato a reagire i 250mila turchi presenti sul territorio austriaco. In breve, il presidente turco ha esplicitamente chiamato alla rivolta gli islamici d’Austria, ha offeso i capi di Stato europei e minaccia una guerra tra la Mezzaluna e la Croce.
La risposta Europea? Il nulla, anziché minacciare ritorsioni o sanzioni alle pericolose intenzioni turche, di contro, si procedere al percorso di europeizzazione della Turchia, stringendo rapporti economico-commerciali sempre più stretti con Ankara, nella speranza che compia il grande passo che la porti dentro le braccia di Bruxelles. La civiltà occidentale è in decadenza, non solo negli usi e nei costumi, ma anche nell’identità; l’occidente assomiglia ogni giorni di più ad un ceco che munito di lanterna prova ad uscire da un buio labirinto.