
Algeria: tra Occidente e Brics
Il viaggio in Francia del presidente algerino Abdelmadjid Tebboune previsto per il 2 e il 3 maggio 2023, è stato rinviato, senza essere mai stato riprogrammato. Quando il quotidiano “Le Figaro” ha dato la notizia del rinvio dell’incontro diplomatico non ha specificato le ragioni del rinvio.
Le motivazioni però appaiono presto chiare, quando il 13 maggio, quasi un mese dopo, il presidente algerino Tebboune atterra a Mosca; il messaggio all’Occidente è chiaro: il suo paese, come tanti altri del Sud, non si allineerà con la posizione dell’Europa e degli Stati Uniti per quanto riguarda il conflitto in Ucraina.
Un altro messaggio diplomatico implicito: l’Algeria assume il ruolo di potenziale intermediario tra la Russia e i suoi disprezzatori. È quindi con questo ruolo che Tebboune potrebbe finire per andare in Francia, non come partner ma come mediatore.
L’interesse di algerino per Mosca si rafforza con il “non posizionamento” del governo di Abdelmajdid Tebboune all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina, anche se ha fatto pendere il piatto della bilancia verso il Cremlino, Algeri ha sempre cercato anche di andare d’accordo con Washington.
Tuttavia, le ultime mosse in politica estera non sono state viste di buon occhio dalla Casa Bianca, che ha visto con sospetto e riluttanza l’ultima visita di Tebboune in Russia.
Perchè scegliere il campo anti-Occidentale?
Una delle priorità che ha spinto il presidente a recarsi a Mosca era il desiderio del suo paese di unirsi ai BRICS, l’organizzazione economica e commerciale che comprende Brasile, India, Russia, Cina e Sudafrica. Un anno fa, Tebboune ha dichiarato che “unirsi a questo gruppo renderebbe l’Algeria, un pioniere del non allineamento, al sicuro dall’attrito tra i due poli”. Queste parole sono state seguite poco dopo da una richiesta formale dell’Algeria.
Mikhail Bogdanov, rappresentante speciale del presidente russo per il Medio Oriente e l’Africa, ha descritto la visita di Tebboune come un evento storico, in netta continuità ideologica con Emir Abdelkader, fondatore del moderno stato algerino.
È la posizione sempre più distante dai suoi partner teorici occidentali che preoccupa la comunità internazionale. L’Algeria ha troppi fronti aperti e, lungi dal risolverli, sembra non avere fretta nel chiudere le crepe diplomatica con la Francia e con la Spagna, entrambe sempre più vicine al rivale regionale, il Marocco.
La leadership regionale del Marocco sta crescendo con il passare del tempo e l’Algeria non sta prendendo una direzione che la spinge anche a competere, mentre Rabat sta avanzando nelle sue relazioni con l’Occidente.
Tebboune ha fatto un passo che continua a inclinare la sua politica estera verso est e stabilisce una tendenza che potrebbe finire per seppellire qualsiasi possibilità di riconciliazione con gli ex alleati. Le sue pretese di leadership regionale hanno messo in ombra una realtà che, con il passare delle settimane, sembra sempre più complicata per l’Algeria.